Individuata, esplorata e rilevata l’ennesima, nuova cavità carsica sul Monte Cucco:
“La Grotta del Vipraro”
È stata battezzata Grotta del Vipraro, dal nome della località, ritenuta infestata dalle vipere, sopra alla quale essa si apre, l’ennesima, nuova cavità carsica del Monte Cucco, nuova in quanto ad esplorazione interna, ma già localizzata, da uno speleologo di Costacciaro, con la sua invitante arietta soffiante, intorno al 1988. Ai primi del luglio 2007, quindi, l’affiatato gruppo d’esplorazione, formato da chi scrive, Mirko Puletti, Franca Ruzziconi, Vittorio, Renato, Lucia, Elettra Carini e Marco Cipolla, dopo averne rintracciato l’inizialmente banalissimo ed insignificante ingresso, che si trova a circa 1000 m s.l.m., ed in pieno Comune di Sigillo, penetrò nel fresco e ventilato (per aria in ingresso) scivolo, che punta sparato a nord-ovest, in direzione, cioè, delle Risorgenti Fossili di Valle Orsara e del collettore idrico principale della Risorgente Scirca. Vittorio Carini, quindi, peritissimo speleologo e socio fondatore del Gruppo Speleologico di Gualdo Tadino, vi scese, per primo, senza l’ausilio della corda, ma in appoggio ed arrampicata, ed esplorò un angusto ramo discendente, riempito, purtroppo, da detriti, scoprendo, tuttavia, circa sette metri di una nuova, insondata galleria.
Al fondo di tale ramo, in forma di scivolo, la cavità continuava bene, e sempre nella stessa direzione, anche se, ingombra com’era di sassi e terra, avrebbe certo richiesto un lavoro di disostruzione talmente grande e certosino, per cui il giuoco, troppo pesante, non sarebbe senz’altro valso la candela. Il lume della candela, o, meglio, oggi, dell’innovativa luce al led (che illumina bene e non inquina), potrebbe, invece, servire per rischiarare un’oscura, ma promettente prosecuzione, che, dirigendosi in linea retta, ed in lieve, positiva pendenza, verso est-nord-est, pare costituire la naturale prosecuzione del cunicolo d’ingresso. Dovrebbe trattarsi, in realtà, d’una bassissima, ma, forse, si spera, non troppo angusta galleria, percorsa da un avvertibile flusso d’aria in uscita, galleria, però, in un punto, ancora troppo dimensionalmente angusta per essere superata.
Un terzo ramo, aprentesi sull’immediata destra della condotta d’accesso, immette, tramite un angusto passaggio, in strette gincane che conducono al cosiddetto Ramo Franca
(dal nome della prima, coraggiosa esploratrice), costituito da bassi laminatoi che seguono la pendenza esterna del monte e si risolvono, sia in alto sia in basso, in asfissianti ed impercorribili cunicoli, ma, incredibile a dirsi, con taluni inequivocabili e, per ora, difficilmente spiegabili, segni d’antica presenza umana. Sopra e sotto a questo ingresso, comunque, si stratificano, rispettivamente, cinquecento metri di montagna pressoché privi di cavità carsiche conosciute, se si escludono, naturalmente, quelle del sistema carsico principale del Monte Cucco, le quali, però, si trovano molto distanti dal versante meridionale del Cucco stesso, e non tanto dal punto di vista metrico (quasi un chilometro), quanto da quello idrogeologico. Il settore carsico profondo fisicamente più prossimo a questa nuova grotta è, comunque, quello della Regione Italiana.
Euro Puletti

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