Nella zona nord-occidentale del lago di Bracciano, nascosto nella campagna e custodito dalla natura, si trova un complesso architettonico sotterraneo dedicato verosimilmente a Venere, dea della bellezza, dell’amore e della fertilità: si tratta di un luogo indicato con l’idronimo acqua di Venere nell’Istromento 23 agosto 1608 tra le sorgenti cedute a Paolo V per ripristinare l’antico acquedotto di Traiano.
La chiave di lettura per comprenderne la natura può essere quella di un uso cultuale.
L’edificio venne realizzato sul declivio naturale di un avvallamento, poi inglobato da Traiano apportando delle variazioni nella struttura e nell’utilizzo, essendo assai severe le norme di tutela e conservazione degli acquedotti che rifornivano Roma.
La roccia e le scaturigini erano state racchiuse in una struttura monumentale in un momento imprecisato dell’epoca imperiale: un lungo corridoio delimitato da portici rialzati, composti da arcate sorrette da grossi pilastri in laterizio, convogliava l’acqua scaturita da vari punti della roccia in un piccolo fiume sotterraneo. La roccia viva è a vista sul lato nord, la nicchia centrale è piuttosto elaborata e lascia supporre la presenza di una statua, forse l’immagine della divinità adorata. La volta conserva in alcuni punti l’intonaco celeste che doveva rivestirla interamente. Il prospetto meridionale appare manomesso dalla muratura di chiusura delle nicchie: è ipotizzabile che si affacciassero verso l’esterno e, se fossero state aperte senza il muro di fondo, come è facile supporre senza volare troppo con la fantasia, permettevano alla luce naturale di entrare creando giochi di luci e ombre e di lasciare intravedere dall’esterno l’immagine sacra.
Prima che Traiano modificasse parzialmente la struttura, il complesso, visto dall’esterno, doveva avere una scenografia spettacolare: si affacciava su una valletta racchiusa naturalmente tra pareti rocciose piuttosto ripide e aperta a sud in una spianata, dove vi erano dei laghetti nati dalla decantazione delle acque sorgive. Possiamo supporre che il tutto fosse racchiuso in un boschetto sacro e circondato di giardini.
Il lavoro di studio sarà di prossima pubblicazione nel quarto quaderno della collana Sabatia Regio. Studi, esplorazione e ricerche nel territorio del Lago di Bracciano.
Colgo l’occasione per ringraziare carissimi amici con i quali ho potuto condividere momenti speciali durante le ricerche: Antonio De Sessa e Tullio Dobosz.

Elena Felluca

Bracciano (RM), Acqua di Venere, captazione dell'Aqua Traiana-Aqua Paula
Bracciano (RM), Acqua di Venere, captazione dell'Aqua Traiana-Aqua Paula
Bracciano (RM), Acqua di Venere, captazione dell'Aqua Traiana-Aqua Paula

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