La scoperta ad opera di un gruppo eterogeneo di appassionati di archeologia e studiosi del territorio

Un momento dei sopralluoghi

Su “Il Resto del Carlino” è apparsa la notizia di un ritrovamento di alcune cavità di origine etrusca, con nove tratti di galleria per una lunghezza complessiva di 50 metri, con varie nicchie e cellette ricavate nella roccia.
Sempre sulla testata giornalistica emiliana sono descritte le cavità e vengono fatte molte affermazioni probabilmente tutte da confermare.
Secondo gli appassionati esploratori autori della scoperta, le opere ipogeee sarebbero attribuibili agli Etruschi. L’area del ritrovamento è di circa 400 metri quadrati e si estende sul crinale di un monte che divide la valle del Reno dalla valle del Setta, sull’Appennino Bolognese.
Un insediamento storico che, secondo i primi sommari rilievi, potrebbe risalire addirittura all’età etrusca e che potrebbe essere stato usato a fini bellici dall’esercito tedesco sulla Linea Gotica nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
La scoperta era stata fatta da un bergamasco, che l’ha segnalata ad altri appassionati locali, tra i quali anche lo speleologo Ettore Scagliarini di Bologna.

Il luogo del ritrovamento non è stato reso noto, per evitare danneggiamenti e furti ad opera di curiosi e tombaroli.
Le cavità, difficilmente accessibili, si trovano su un costone aggettante nel vuoto e vi si accede solo calandosi con la corda.
Si trovano in una valle poco conosciuta. Molto stretta, è molto simile ad altre che custodiscono presunte tombe etrusche, le uniche scavate nella roccia nell’Appennino bolognese. La valle è un piccolo canyon stretto e tenebroso che termina su un’area ad anfiteatro. Le cavità sulla parete sono sormontate da simboli di forma triangolare o arcuata, quasi il frontone di un’abitazione o di una tomba”.

Fonte: Il Resto del Carlino

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