In questi giorni è viva la polemica sul concerto di Jovanotti al Plan de Corones scatenata dal noto alpinista Reinhold Messner: “se la montagna fosse mia vieterei il concerto”. La questione etica non può limitarsi alla montagna e nelle mie riflessioni vedo un parallelismo con quello che succede nelle grotte turistiche.

Non mi è mai stato simpatico Messner con il suo ambientalismo e la sua pubblicità ai fucili da caccia. Mi è sempre piaciuto Jovanotti e mi piace anche la sua musica, soprattutto quella dei primi tempi.
Con questo presupposto necessario, affronto un tema molto spinoso, nel modo che mi è consueto.
Nei giorni scorsi uno degli uomini di punta dell’alpinismo mondiale, Reinhold Messner, medaglia d’oro del CAI, ha dichiarato che se fosse stato il proprietario unico del Plan de Corones avrebbe impedito lo svolgimento del concerto in quota di Jovanotti, che fa parte del tour estivo che lo vedrà impegnato soprattutto sulle spiagge e in località turistiche italiane.
Si schierano a favore di Messner il Premio Strega Paolo Cognetti e lo scrittore e alpinista Mauro Corona, che a FQMagazine ha dichiarato senza mezzi termini che “Jovanotti deve andare a suonare negli stadi“. Jovanotti ha dalla sua il WWF, che sponsorizza il Jova Beach Tour, come “Una grande opportunità per sensibilizzare e promuovere una cultura amica dell’Ambiente”
Montagna TV, il più importante sito italiano sulla montagna, ha lanciato un sondaggio, dove solo il 22% dei lettori dice che “Un concerto in montagna non rappresenta un problema. Essenziale è che ci siano rispetto dell’ambiente e educazione civica”, l’11% dice che “I concerti in montagna possono essere realizzati ma dipende dal tipo di musica. Bisogna limitare il più possibile l’inquinamento acustico, come nel caso della musica classica e del jazz”.
Per tutti gli altri lettori, me compreso, “In molti casi la montagna non è gestita nel modo corretto da chi amministra i territori, puntando maggiormente sull’economia che sulla salvaguardia dell’ambiente. In montagna si va per apprezzare il silenzio. I concerti è bene che si facciano nei luoghi predisposti.”

Questo discorso lo allargo alle grotte turistiche, e rabbrividisco a quello che succede prima di tutto alle Grotte di Castellana, che in Italia sono quelle che più si sono indirizzate verso questo tipo di sfruttamento alternativo: In quella grotta abbiamo assistito ad una rassegna cinematografica di film dell’orrore, ai concerti di Finardi, Battiato, allo show “Hell in the cave”, alla rappresentazione dell’Inferno di Dante, con biglietto scontato a chi indossava la maglietta della nazionale di calcio che giocava quel giorno ai Mondiali, perchè nella grotta c’è una stalagmite “a forma di Coppa del Mondo”, e per citare tante altre aberrazioni che avvengono nelle grotte turistiche, voglio ricordare l’attrice sexy Deborah Caprioglio, che alle grotte di Borgio ha raccontato le sue esperienze personali vissute nei suoi film. In alcune grotte turistiche, aderenti o no all’AGTI Associazione Grotte Turistiche Italiane o all’Associazione Comuni delle Grotte, si svolgono altre manifestazioni simili. L’immagine della grotta per quello che è, viene tutelata solo in quelle grotte gestite esclusivamente da speleologi attenti all’ambiente.

Conosco il Plan de Corones: una montagna sputtanata da una ventina di impianti di risalita, boschi rasi al suolo per la realizzazione di piste da sci, cannoni sparaneve che tutto questo inverno hanno garantito a bevitori di bombardini di scivolare serenamente a valle, mentre risuonano nell’aria canzoncine da discoteca a tutto volume e sulla vetta si può ammirare l’ultima auto della Mercedes in esposizione.
Sul Plan de Corones sono già stati fatti 6 concerti, la montagna è già un grosso centro commerciale, non c’è nessun problema di impatto con gli animali perchè tanto gli animali non ci sono più. Potrebbe sembrare ua giustificazione.

Sia per il Plan de Corones che per le grotte turistiche esistono delle valutazioni di impatto ambientale che, probabilmente, permettono la realizzazione di questi scempi. Legalmente è tutto a posto, montagna e grotte sono rispettate.

Mi vedo vecchio, nel mio rispetto di una Montagna dura, integra, nel riconoscermi nei valori della gente di montagna, nella conservazione, nella tutela, nella salvaguardia di ambienti unici e incontaminati, nel cammino lento e ragionato, nella paura del temporale che sopraggiunge. L’inquinamento che il turismo di massa porta non è fatto solo di microplastiche, che abbiamo recentemente individuato su un ghiacciaio dello Stelvio, ma è una contaminazione negativa degli ideali di Montagna, Ambiente, anche Grotte.

Da sempre gli uomini indentificano nella Montagna e nelle Grotte dei luoghi mistici: carichi di energia, in grado di farci entrare in contatto con il divino, spesso costituiscono l’accesso al mondo magico, spirituale.

Il concerto di Jovanotti al Plan de Corones non provoca nessun impatto sul piano fisico; la proiezione di un film horror nelle grotte di Castellana non disturba l’ambiente.

Allora possiamo organizzare una sfilata di moda dentro una Chiesa.
Niente di volgare, una bella sfilata di moda invernale, gonne pantalone e maglioni girocollo.

Se tutti comprendono che la futilità della sfilata di moda non può essere ospitata in una Chiesa, allora bisogna arrivare a capire che le Montagne non sono luoghi per fare un concerto rock, che le grotte non sono teatri.

Non sono credente, ma rispetto la dignità di una Chiesa, al pari di una Montagna e di una Grotta, per quanto ormai irreparabilmente corrotte possano essere, sotto tutti i punti di vista. Forse sono vecchio, ma sono orgoglioso di essere diventato quello che sono.

Andrea Scatolini

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