Articolo di Antonio Danieli
Voragine di Gallipoli Clicca sull’immagine per ingrandire.
Quest’immagine è un montaggio, chiaramente provocatorio, che in alcuni aspetti poco si discosta dalla realtà… in altri la realtà è molto più drammatica.

Passata l’emergenza del crollo e del “tappa subito”, tutto sembra tornato nella normalità.
Il Comune si è messo al riparo appaltando ad una ditta i lavori di “consolidamento” (da quanto appare, il semplice riempimento del buco) cedendo anche le responsabilità di eventuali altri crolli, e l’attenzione dell’opinione pubblica sembra essere limitata alla voragine e alla sua stretta prossimità.
In realtà, quello che non si vuole vedere e far sapere, è che gran parte della Gallipoli-nuova poggia sul nulla, che gli abitanti lo sapevano o lo immaginavano, ma era conveniente far finta di nulla (tant’è vero che per gli scarichi fognari sfruttano da sempre queste cavità in barba alla legge e lo stesso comune vi riversa, probabilmente, le acque bianche vista la complessità e difficoltà di costruire un’adeguata rete fognaria).

Con questo, nulla di tanto scandaloso in quest’Italia dall’illecito senza pena e del tiramo a campà, se non il fatto che tali cavità artificiali ora subiscono lo stesso fenomeno di erosione delle cavità naturali.

Infatti, su quei pochi pilastri, saggiamente lasciati dagli antichi cavatori per sostenere il soffitto di tufo (ma non certo una città con alti palazzi e relative sottostrutture che hanno provocato profondi tagli per condutture e cavi, “che hanno ulteriormente indebolito i soffitti”, oltre ad automezzi e camion che, a loro volta, provocano vibrazioni e oscillazioni di peso anche considerevoli), si accanisce l’acqua mista a guano, detersivi, acidi e quant’altro.

Ora mi chiedo… i responsabili di questo dramma e delle conseguenze future, chi sono?
Chi dovrà veramente sopravvedere alla messa in sicurezza della città, visto che nessuno si sta occupando di esplorare e monitorare il sottosuolo lasciando l’iniziativa a qualche intrepido volontario, senza mandato e a suo rischio e pericolo (così non costa nulla e può sempre essere contraddetto o ignorato)?
Ci sarà un pool di tecnici super partes che, oltre alla semplice constatazione dei rischi e delle opere di consolidamento da attuare immediatamente, indagherà anche su quelle che sono le responsabilità civili e penali delle amministrazioni precedenti?
Non è che questi aspetti siano la causa dell’immobilismo e del “lascia perdere che è meglio non sapere” com’è stato fin’ora in attesa del fato?

L’unica certezza, è che chi dovrà indagare sugli illeciti fin ora commessi, lo farà sapendo già che gran parte di questi sono comunque prescritti….

Antonio Danieli

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