Un appello accorato dall’Associazione “Tutela Pipistrelli” alle Grotte di Castellana e agli organi di controllo: “Sospendete la vostra attività in programma per le feste natalizie!

Associazione Tutela Pipistrelli
L’Associazione Tutela Pipistrelli avendo letto il programma degli eventi che l’Amministrazione delle Grotte di Castellana ha messo in piedi all’interno di un sito protetto, ha scritto alle Grotte e agli organi preposti al controllo, tra cui il Sindaco di Castellana Grotte, la Protezione Civile e Polizia Provinciale Città Metropolitana di Bari, la Sezione Vigilanza Ambientale della Regione Puglia, la Direzione Generale Protezione Natura e del Mare, al dr. Brunelli per Interventi per lo sviluppo sostenibile, danno ambientale ed aspetti legali e gestionali, con un unico scopo: far sospendere il programma «Grotte in festa. Magie d’inverno» (cit. “Meraviglia di Luci”, “Hell in the Cave” con Michele Placido e Giuliana De Sio e “Speleonight”) che prevede attività dal 22 dicembre fino al 14 gennaio, in cui sono addirittura proposti spettacoli luminosi impreziositi da musiche e percorsi al buio ed esplorazione di rami non turistici.

Ecco la lettera di Tutela Pipistrelli, a cui io, Scatolini Andrea, speleologo, Presidente della Associazione La Scintilena mi associo completamente, anzi io l’avrei mandata pure ai Carabinieri Forestali, all’Associazione Grotte Turistiche e alla Associazione Città delle Grotte, visto che questo comportamento è molto diffuso tra alcuni gestori di grotte turistiche che per fare cassa organizzano sempre più spesso eventi deliranti all’interno delle grotte che dovrebbero tutelare. Faccio i miei complimenti ad Alessandra Tomassini e all’Associazione Tutela Pipistrelli per tutte le azioni messe in campo, anche verso gli speleologi, per la tutela e il rispetto delle forme viventi presenti all’interno delle grotte.

N.d.R. non inseriamo il link al programma dei festeggiamenti delle grotte turistiche per non pubblicizzare ulteriormente questa attività.

OGGETTO
SOSPENSIONE ATTIVITA’ NELLE GROTTE DI CASTELLANA

In particolare ci riferiamo alle attività pubblicizzate come «Grotte in festa. Magie d’inverno» che prevede attività dal 22 dicembre fino al 14 gennaio, in cui sono addirittura proposti spettacoli luminosi impreziositi da musiche e percorsi al buio ed esplorazione di rami non turistici.

PREMESSO CHE
I chirotteri sono un ordine di mammiferi molto affascinante, l’unico capace di compiere volo attivo.
I chirotteri sono degli ottimi bioindicatori ambientali ma fino a poco tempo fa era difficile che il pubblico capisse l’importanza ecologica rivestita da questo ordine. Fortunatamente la mentalità sta cambiando e anche i non addetti ai lavori iniziano a capire che la presenza dei chirotteri, in un luogo, è un buon segno, il pubblico che prima era spaventato ora è molto più incuriosito e diverse sono le campagne informative che stanno avendo un notevole successo, come anche tutte quelle manifestazioni che consentono alle persone di capirne di più, come batnight, seminari, e ultimamente anche i libri che li riguardano stanno avendo successo.
E’ scientificamente riconosciuta l’importanza dei chirotteri come indicatori di buona qualità ambientale, proprio per questo i luoghi che queste specie frequentano hanno un maggior valore ambientale, tutelare e proteggere i luoghi in cui si trovano le specie significa proteggere e tutelare un buon territorio per permettere che esso rimanga tale.
Purtroppo molte specie di chirotteri sono ritenute minacciate a livello globale. Tutte le specie presenti in Italia sono inserite nell’allegato IV della Direttiva 43/92/CEE “Habitat”, e di queste 13 in allegato II, tra cui le specie appartenenti al genere Rhinolophus, al genenere Myotis e al genere Miniopterus, della stessa direttiva e per le quali è prevista la designazione di zone speciali di conservazione.
In Italia sono presenti 34 specie di pipistrelli. Lo status e la distribuzione della chirotterofauna in Italia è, a tutt’oggi, assai poco conosciuto. Risultano pertanto molte lacune riguardanti la distribuzione della maggior parte delle specie sul territorio nazionale e nella regione Puglia.
La maggioranza delle specie di Chirotteri europei presenta un preoccupante status conservazionistico a livello globale, e la medesima situazione si riscontra nel nostro Paese.
Il forte declino osservato nella chirotterofauna è essenzialmente riconducibile a quattro cause principali: perdita, alterazione o disturbo dei rifugi, distruzione o degrado degli habitat di foraggiamento e inquinamento. La protezione dei rifugi ricopre pertanto un ruolo fondamentale per la protezione dei pipistrelli.
L’aspetto rilevante per la presente relazione è dato dal disturbo ai rifugi. Per chiarirlo, occorre riassumere il ciclo vitale di un chirottero nelle aree temperate.
Fondamentalmente, e semplificando al massimo, nel corso di un anno si alternano una fase di ibernazione ed una di riproduzione. Durante l’ibernazione (novembre-marzo alle nostre latitudini) i chirotteri selezionano rifugi detti hibernacula per trascorrervi il periodo freddo, quando gli insetti predati sono scarsi. Disturbare i chirotteri in letargo comporta il loro “risveglio” dallo stato letargico, ovvero il consumo delle riserve adipose, con un impatto che può tradursi nell’allontanamento degli animali e/o, se, come spesso accade, per il troppo freddo gli individui non riescono a reintegrare lo strado adiposo attraverso l’alimentazione, quindi il risveglio dal letargo può addirittura provocare la morte degli individui.
Terminato il letargo, i chirotteri possono occupare rifugi temporanei per alcune settimane, tuttavia si riuniranno presto in siti riproduttivi (detti nursery) per partorire i piccoli. La stagione riproduttiva inizia in aprile-maggio, quando le colonie riproduttive si associano, e termina a fine agosto (inizi settembre), con l’involo dei giovani emancipati e la disgregazione delle colonie stesse. Le nursery sono, per molte specie, localizzate in cavità naturali. Qui i chirotteri mettono alla luce un solo piccolo l’anno (raramente due). La scarsa prolificità dei chirotteri è uno degli elementi che ostacolano il recupero numerico delle popolazioni, anche in situazioni di discreta protezione ambientale. Se visitatori, speleologi, turisti ecc entrano ripetutamente in una grotta occupata da una colonia riproduttiva, il disturbo è tipicamente assai poco tollerato. Da quanto detto, si desume che sia nel periodo invernale, sia in quello estivo la presenza di fonti di disturbo all’interno dei rifugi, o in loro prossimità, va scrupolosamente evitata.

CONSIDERANDO
Le seguenti normative a tutela della chirotterofauna:
L. 11 febbraio 1992, n. 157: “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” (Legge quadro in materia di fauna selvatica e attività venatoria);
“Convenzione relativa alla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa” (Convenzione di Berna), resa esecutiva in Italia dalla L. 5 agosto 1981, n. 503;
“Convenzione sulla conservazione delle specie migratorie appartenenti alla fauna selvatica” (Convenzione di Bonn), resa esecutiva in Italia dalla L. 25 gennaio 1983, n. 42;
“Accordo sulla conservazione delle popolazioni di pipistrelli europei” (Bat agreement), reso esecutivo con L. 27 maggio 2005, n. 104;
Direttiva comunitaria 92/43/CEE del Consiglio del 21/05/92 “relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche” (Direttiva Habitat), attuata in via regolamentare col D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, integrato e modificato dal D.P.R. 12 marzo 2003, n. 120;
Direttiva 2004/35/CE “sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale”; attuata col Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Parte VI.
In particolare che gli esemplari non devono essere molestati, durante le varie fasi del ciclo riproduttivo e durante l’ibernazione. I loro siti di riproduzione o di riposo non devono venir danneggiati, né distrutti.
(Cap. III, art. 6, Convenzione di Berna, ratificata con L. 503/1981. Art. 8, punto 1 D.P.R. 357/1997. Art. III Accordo sulla conservazione delle popolazioni di pipistrelli europei, reso esecutivo con L. 104/2005.)
Interferenze gravi a danno di colonie o siti di rifugio possono essere sanzionate con riferimento alla normativa sul danno ambientale.
(Direttiva 2004/35/CE- parte VI Decreto Legislativo 152/2006.)
Tutte le specie di chirotteri sono di “interesse comunitario” e sono incluse nell’allegato D del D.P.R. 357/1997. Lo stato di conservazione delle specie di interesse comunitario, nonchè le catture o uccisioni accidentali di fauna inclusa nell’allegato D, sono oggetto di monitoraggi sull’intero territorio nazionale.
(All. B e D e artt. 7 e 8 del D.P.R. 357/1997 modificato e integrato dal D.P.R. 120/2003.)
Le specie di chirotteri, da sole, corrispondono al 50% dei mammiferi italiani di ‘interesse comunitario. Ogni 6 anni, a decorrere dal 2007, ogni Stato dell’UE è chiamato a trasmettere a Bruxelles i risultati del monitoraggio dello stato di conservazione delle specie d’interesse comunitario. I rapporti devono contenere valutazioni dei trend demografici e distribuzionali e dei fattori che li condizionano.
Le specie di chirotteri in allegato B (D.P.R. 357/1997), possono motivare o concorrere a motivare la selezione dei siti della rete Natura 2000. Tali aree vengono individuate secondo l’iter di cui all’art. 3 del D.P.R. n. 357/97, facendo riferimento ai criteri di selezione presentati nell’Allegato C del medesimo testo: si tratta di ambiti che svolgono un ruolo significativo per mantenere o riportare le specie citate in uno stato di conservazione soddisfacente, in quanto presentano “gli elementi fisici o biologici essenziali alla loro vita e riproduzione” (D.P.R. n. 357/97, art. 2, lettera m). Poiché molte specie di chirotteri utilizzano spesso ambienti artificiali (quali edifici e miniere) nell’ambito dei propri cicli biologici, si sottolinea come la Direttiva non richieda che tali aree siano ambienti naturali. La definizione di “habitat di una specie”, riportata nella normativa, genericamente recita: “ambiente definito da fattori abiotici e biotici specifici in cui vive la specie in una delle fasi del suo ciclo biologico” (D.P.R. n. 357/97, art. 2, lettera f). Pertanto anche un sito pienamente artificiale, ad esempio il vano di un edificio che ospita un’importante colonia riproduttiva, può essere proposto come Sito di Importanza Comunitaria.
Inoltre, con riferimento a pSIC, SIC e ZSC, eventuali piani territoriali o interventi “non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso”, soggiacciono alla procedura di valutazione d’incidenza. Secondo gli indirizzi espressi nella normativa nazionale, la medesima viene espressa sulla base di uno studio volto a individuare e valutare gli effetti della realizzazione del piano/intervento sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso. Poiché fra le motivazioni per la selezione dei siti summenzionati vi è l’importanza per le specie di chirotteri dell’allegato B, la valutazione dell’incidenza sullo stato di conservazione di tali specie ha particolare rilevanza. La relazione chirotterologica, parte dello studio finalizzato alla valutazione d’incidenza, dovrà indicare le eventuali misure volte a minimizzare le interferenze; qualora, nonostante l’adozione di tali precauzioni, persista un giudizio di incidenza negativo, ciò potrà portare a rinunciare alla realizzazione del piano/intervento in progetto, a meno che, in assenza di alternative progettuali, s’impongano “motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale o economica” e si realizzino congrui interventi di compensazione.
In relazione alla mobilità che caratterizza la chirotterofauna, va sottolineato come la procedura di valutazione d’incidenza possa rendersi necessaria anche per siti che ricadono esternamente a pSIC, SIC e ZSC. Il piano/intervento in questione potrebbe ad esempio interferire con una colonia riproduttiva, alterandone un sito di rifugio esterno all’area pSIC/SIC/ZSC, ma con effetti di impoverimento faunistico sensibili nell’area stessa, che potrebbe essere utilizzata dagli esemplari della colonia ai fini dell’alimentazione.
Per quanto riguarda le violazioni alle disposizioni citate, ferma restando la possibilitá di fare riferimento alla normativa sul danno ambientale nei casi inquadrabili nelle fattispecie individuate dal Decreto Legislativo 152/2006:
Le violazioni alle misure di conservazione disposte per evitare il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie, nonché la perturbazione delle specie che hanno motivato l’individuazione dei SIC e la designazione delle ZSC comportano la sanzione amministrativa da 500,00 euro a 5.000,00 euro (art. 55, comma 15);
Gli interventi e le opere realizzati in difformità da quanto disposto dai piani di gestione e dai piani di azione, oppure gli interventi e le opere eseguiti in assenza della procedura di valutazione di incidenza, in difformità dal giudizio di valutazione di incidenza o in contrasto con gli obiettivi specifici di tutela e di conservazione contenuti nelle schede descrittive delle aree della rete Natura 2000 e dei pSIC comportano la sanzione amministrativa da 2.500,00 euro a 25.000,00 euro (art. 55, comma 16).

RISCONTRATO CHE
Nel sito sono state censite in passato queste specie di pipistrelli Myotis capaccinii; Rhinolophus euryale; Rhinolophus mehelyi; Myotis myotis; Miniopterus schreibersii; Rhinolophus ferrumequinum

OSSERVATO CHE
Nel 2015 la sottoscritta chirotterologa Alessandra Tomassini ha effettuato un sopralluogo nella suddetta cavità potendo osservare diverse specie di chirotteri dei generi Miniopterus e Rhinolphus e Myotis nonché moltissimi segni di presenza indice che fa presupporre la presenza di colonie numerose in periodi dell’anno che devono essere appurati e monitorati.

SI CHIEDE
La sospensione delle attività previste nel periodo invernale, in particolare quelle previste nei rami non turistici, e si evidenzia la necessità di compiere un monitoraggio per indagare l’andamento stagionale delle colonie presenti nelle Grotte di Castellana, e per fare una valutazione di incidenza che le attività invernali ed estive proposte nella cavità causerebbero alle suddette colonie.
Si rimane a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Roma 28-12-2017

Il presidente di Tutela Pipistrelli
Alessandra Tomassini

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