Cari speleo,
scrivo questa memoria (mi scuso dall’inizio per la lungaggine) per rendere noti a tutti i motivi che hanno portato alle mie dimissioni da Delegato Nazionale per l’Italia presso la UIS (International Union of Speleology). Ritengo che la speleologia italiana, a pochi giorni dalle votazioni in cui purtroppo ancora una volta compare un unico candidato alla presidenza, debba essere informata di tali vicende, che poco onore fanno ed hanno fatto alla speleologia del nostro paese.

Dall’agosto 2009 ho rivestito ininterrottamente la carica di Delegato Nazionale per l’Italia presso la UIS (sono, anzi ero, uno dei due delegati, insieme a Riccardo Dall’Acqua), partecipando di persona a tutte le iniziative organizzate in questi 8 anni dalla UIS, e in particolare ai convegni internazionali di Kerrville (2009), Brno (2013) e Sydney (2017), e all’incontro di Postojna (2015) in occasione dei 50 anni della UIS.
Ritengo in questi anni di aver svolto i miei doveri di delegato, debitamente informando i Presidenti SSI sulle varie attività di interesse, tra le quali mi piace ricordare la diffusione del Codice Etico di Speleologia, emanato dalla UIS e che insieme a Giovanni Badino e Arrigo Cigna tempestivamente traducemmo in italiano.

Questa la (triste) storia recente:
A metà giugno 2017, poco più di un mese prima del Congresso di Sydney, sono stato informato dal Segretario Generale UIS Fadi Nader che non ero più il Delegato Nazionale per l’Italia, in quanto Fadi aveva ricevuto a febbraio una comunicazione del Presidente SSI Martimucci nella quale si indicava come delegato per l’Italia a Sydney Daniela Pani. La comunicazione in questione era indirizzata, oltre che a Fadi Nader, alla stessa Daniela Pani. Nessun cenno al precedente delegato nazionale, né alcuna motivazione del cambio erano presenti nella comunicazione. Preciso che in nessun modo la dirigenza SSI mi aveva mai manifestato l’intenzione di cambiare il Delegato, né di persona, né per mail o contatto telefonico.
Una volta ricevuta la notizia, superata la sorpresa per la palese scorrettezza della SSI nei miei confronti, ho chiesto chiarimenti a Martimucci, il quale ha giustificato la sua decisione sulla base della mia volontà di non andare a Sydney. Nulla di più falso. Non avevo mai fatto affermazioni del genere, né tantomeno ventilato ipotesi di non partecipazione. D’altra parte, la questione era facilmente verificabile, in quanto, avendo pagato la quota di registrazione a inizio dicembre 2016, da quell’epoca comparivo nel sito del Congresso tra i partecipanti (il sito veniva quotidianamente aggiornato sulla base degli iscritti). Ma nessuno, nell’ambito della dirigenza SSI, si è preoccupato:
1) di verificare (direttamente con il sottoscritto) le mie intenzioni di partecipare al Congresso;
2) di controllare sul sito tra i partecipanti allo stesso;
3) di avvisarmi della decisione di cambiare il Delegato.

La UIS si trovava in profondo imbarazzo, non conoscendo i motivi della decisione e ben sapendo, da parte loro, che Mario Parise sarebbe stato presente a Sydney: come noto a tutti, in base al programma congressuale, anch’esso disponibile in rete, avrei presentato vari lavori, e partecipato alle Assemblee Generali in quanto Presidente di una Commissione UIS; inoltre, avevo già pubblicamente manifestato la mia intenzione di candidarmi al Bureau UIS (decisione presa in totale accordo e sintonia con Giovanni Badino, all’epoca membro del Bureau in carica).
Su mia richiesta esplicita di chiarire la situazione, Martimucci sente il Consiglio, e quindi mi comunica via mail la loro decisione: ovvero, Daniela Pani sarà Delegato a Sydney. Telefonicamente, mi viene poi detto che dopo il Congresso tutto sarebbe tornato come prima, cioè con Parise come Delegato.
Evidentemente la dirigenza SSI ritiene di potere utilizzare le persone a proprio piacimento, a guisa di marionette i cui fili vanno mossi in base alle loro comodità e ai loro interessi. Non accettando questa decisione, che si aggiungeva alla scorrettezza della mancata informazione nei miei riguardi, rendo noto al consigliere Francesco Maurano che, comunque fosse andata a Sydney, al mio rientro avrei rassegnato le dimissioni da Delegato Nazionale, ritenendo indegno il comportamento della SSI, alla quale in anni recenti ho dedicato non poco del mio tempo libero (ricordo, tra l’altro, che sono stato tra gli organizzatori, nonché il Presidente del Comitato Scientifico, del XXII Congresso Nazionale di Pertosa, garantendo, grazie a mesi di intenso lavoro, la disponibilità del volume degli atti al momento dell’iscrizione, eventualità mai verificatasi in precedenza ai Congressi Nazionali di Speleologia).

Aggiungo poi che a inizio giugno 2017 ho partecipato al Convegno Regionale di Speleologia “Campania Speleologica” a Napoli, nel corso del quale ho tenuto una relazione in cui parlavo della UIS e delle sue Commissioni, ricordando i Congressi Internazionali, e facendo cenno a quello oramai prossimo di Sydney, al quale avrei partecipato. In prima fila sedeva Martimucci, che neanche in quella occasione ha avuto la decenza, o trovato il coraggio, di rendermi nota la decisione, già avvenuta da più di 3 mesi, del cambio di delegato; il che evidenzia lo spessore morale dell’attuale presidente SSI, che si ripropone per un nuovo triennio …

Ma il peggio doveva ancora venire…
Poco prima di Sydney, infatti, scopro che non ero il solo italiano a candidarmi per il Bureau UIS, ma che la stessa intenzione la aveva Daniela Pani. Confrontandomi con Daniela, in maniera assolutamente pacata e amichevole, scopro che anche lei è a dir poco alterata e amareggiata per i modi di fare della SSI, e in particolare del Presidente. Sapendo che non è consuetudine avere più di un candidato per nazione, perché questo in genere comporta l’esclusione di entrambi (regola non scritta, ma spesso osservata) chiedo a Martimucci (e tramite lui al Consiglio SSI) di esprimersi a favore di una o dell’altra candidatura. Era ancora possibile fare un passo indietro, con elevate probabilità di garantire all’Italia un posto nel Bureau UIS, come accadeva ormai da molti anni con la presenza di Giovanni Badino.
I giorni passano, ma il silenzio persiste, per cui parto per Sydney, senza avere ricevuto risposta, in quanto come scrive Martimucci in una sua mail “il consiglio è diviso su questo argomento”.
Solo il giorno prima delle elezioni, venerdì 27 luglio 2017, ricevo la mail in cui il Consiglio dichiara di “astenersi dal prendere posizione sulle candidature UIS”.

A quel punto l’Italia era già diventata la barzelletta della UIS (chiedete per conferma agli altri italiani presenti, Daniela inclusa), e la figuraccia era esplosa in tutto il suo splendore.

Posso comprendere che un Consiglio discuta approfonditamente, e che vi siano pareri discordi o contrapposti. Ma un Consiglio serio, specialmente in occasioni di importanza e visibilità internazionale, ha il dovere di assumersi le proprie responsabilità, ovvero di prendere una decisione.
Altrimenti, è un Consiglio inutile.
Se poi non si trova accordo alcuno, dovrebbe intervenire il Presidente, il quale ha il dovere di prendere una decisione.
Se non lo fa, è un Presidente incapace di un Consiglio inutile.

Come risultato di tutta questa indegna vicenda, l’Italia non ha più alcun rappresentante nel Bureau UIS, e si è fatta ridere dietro dal resto del mondo.
Ci consola però il fatto che, grazie alla attuale gestione della SSI, ci siamo ormai abituati a queste evenienze. Non è infatti la prima volta che ciò accade, in quanto nel 2015 a Postojna, in occasione di un incontro del Bureau UIS, al quale partecipavo anche io (ero stato invitato per sottoporre al Bureau il congresso Hypogea 2017, da svolgersi in Turchia), compare la candidatura italiana, o meglio italo-slovena, per l’organizzazione del Congresso Internazionale UIS del 2021. Ovviamente, i membri del Bureau si rivolsero per chiarimenti e approfondimenti a Giovanni Badino (italiano, e membro del Bureau) e al sottoscritto (Delegato Nazionale per l’Italia). Giovanni ed io, con grande imbarazzo, non potemmo fare altro che guardarci in faccia e, sconsolati, “confessare” che non ne sapevamo assolutamente nulla. La dirigenza SSI non aveva informato ufficialmente né me (che, in quanto Delegato, avrei dovuto presentare la candidatura italiana) né Badino.
Mesi dopo però, quando si decise che la candidatura italo-slovena non andava più avanti, Martimucci si rivolse al sottoscritto per la comunicazione alla UIS (unico caso in cui si ricordò del Delegato Nazionale!). Come risulta dalle mail, mie e di Badino, sia io che Giovanni ci rifiutammo di fare alcuna comunicazione, motivando la nostra decisione con il fatto che, non essendo stati coinvolti in alcun modo nella vicenda all’inizio, non saremmo certo stati noi a togliere le castagne dal fuoco.

Insomma, credo sia palese che la correttezza, la trasparenza e la chiarezza non siano doti di cui l’attuale presidenza SSI possa vantarsi. Per non parlare poi della capacità decisionale, ben manifestata in occasione di quanto successo in Australia….

Buone grotte a tutti
Mario Parise

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