Angelo Gualano, giovane speleologo dello Speleo Team Montenero, organizzatore del raduno nazionale Spelaion 2012, è venuto a mancare sabato 9 maggio, in seguito ad un incidente in parapendio.
La redazione di Scintilena si stringe al dolore degli amici e dei familiari di Angelo, un caro amico che terremo sempre nel cuore.
In un breve messaggio, il saluto di Michele Radatti
Ad Angelo. Il ragazzo che nessuno dimenticherà mai
Oggi si esplora, ci siamo tutti, manca Angelo, verrà in moto oppure in macchina? Forse in bici, anzi no, starà venendo facendo footing, ma è tardi e se fosse stato un altro a mancare saremmo già partiti lasciandolo a terra.
Lui è amato dalle donne per la sua bellezza, è amato da tutti per la sua educata correttezza, lo chiamo …. “We ma a che punto sei?” “no Mike oggi vi faccio le corna, la giornata è stupenda e voglio godermela dal cielo ….”
Ed è così che in questo maggio fiorito di semi-quarantena prese il suo zaino, quello grande è certo, quello con dentro il suo amico parapendio. “E si oggi voglio volare alto” mi disse!
E già, Angelo puntava in alto, per chi non lo conosceva poteva apparire bizzarro, strano, la sua filosofia di vita improntata sulla libertà di pensiero e di movimento lo teneva prigioniero nel suo stesso essere libero.
Appassionato di comunicazione radio, esperto in elettronica, sportivo a 360°, viveva le sue storie sulla moto o sulla bici, solitario.
Si, lui aveva bisogno solo di stare insieme alla sua libertà, non costringeva e non voleva essere costretto, esplorava sentieri, sprofondava nel buio delle grotte, voleva toccare il cielo scalando la parete, voleva guardare dal cielo e muoversi in tutte le direzioni possibili.
Innamorato del suo GARGANO, saranno tanti i luoghi e le attività che ci parleranno per sempre di lui e troppi gli amici che hanno avuto l’onore di goderselo.
Arrivò in quel luogo, il vento è buono per esplorare il cielo, iniziò la sua meticolosa preparazione …. Lui era meticoloso, estremamente meticoloso, aveva di tutto con sè, attrezzature e tecnica, voglia e paura, e soprattutto la sua libertà. Prende la rincorsa, prende il vento buono, si eleva e viaggia in alto, tanto in alto che ormai i colori dei fiori sembravano macchie sfumate, più le vedeva lontane è più si sentiva libero ….. si libero prigioniero della sua libertà. È giunta l’ora di tornare, i suoi cari aspettano il suo ritorno, i suoi amici lo aspettano, scende di quota e decide di andare a casa, 100 metri, 70 metri, 40 metri, cazzo la vela… Pare che il cielo lo voglia tenere lì, pochi secondi, il tempo di uno stallo imprevisto e tutto di colpo la terra che lo richiama a sé, veloce, troppo veloce ….. tanto veloce da ritrovarsi nuovamente in cielo prigioniero della sua libertà.
Vola per sempre Angelo.
Michele Radatti per lo Speleo Team Montenero