Il celebre Totò, nel film "Gli onorevoli". Antonio La Trippa, sceso in politica contro il mal costume, costretto a rinunciare quando viene incastrato per le sue macchie

Da alcuni giorni, sul popolare Social Network Facebook, sono stato redarguito direttamente e indirettamente, per non raccortare “la verità” a proposito della speleologia.
Vengo descritto come millantatore per apparire come esperto speleologo, e quando va bene come uno che preferisce pubblicare alcune notizie piuttosto che altre, a favore di persone più simpatiche, andando ad alterare la realtà delle cose, dei fatti, della realtà.
Direttamente a voce, mi è stato detto di essere uno che fa del male alla speleologia.

Ovviamente c’è del vero. Ho scritto 17mila articoli su Scintilena dal 2003, ad una media di 2 articoli al giorno. Ma veramente volete che racconti la realtà?
All’inizio, con l’incoscienza di un neofita, ho scritto di tutto facendo molti errori, poi con il tempo mi è stata attribuita una responsabilità che ancora fatico a riconoscermi e qualche errore ancora lo faccio.
Ho la responsabilità di scrivere una cronaca degli eventi speleologici, che dipinga un ambiente ideale, aulico, vendibile all’esterno.
Questo perchè “Scintilena la leggono tutti, anche al di fuori del mondo della speleologia” anche se secondo me la leggono soprattutto e quasi esclusivamente solo gli speleologi.

Raccontando i fatti di mezza Italia speleologica, sono diventato anche un confessore di speleologi e speleologhe, giovani e vecchi.
I mezzi non mancano: da Facebook a Telegram, Messenger, Mail, Watsapp, Twitter, Istagram, qualche telefonata, un pò di messaggi vocali.
Le mie giornate lavorative sono piacevolmente inframezzate da chiacchierate a distanza, chat o no, ma io in un modo o nell’altro, vengo a sapere “cose che voi umani non potete neanche immaginare”.

Se scrivessi sul rotocalco “Novella -2000” avrei decine di articoli impubblicabili altrove.
Molto spesso non pubblico perchè mi vergogno. Mi vergogno di far apparire come è veramente la categoria degli speleologi a cui appartengo.
Ebbene, la nostra categoria è lo specchio fedele della società. E c’è da pulire, scremare, e pensare bene prima di scrivere.
“Vizi virtù e miserie dell’Italia speleologica” sarà il mio libro che uscirà Post Mortem, quando non dovrò più preoccuparmi delle spese legali per difendermi da qualche centinaio di querele.

Così questa è la verità. La verità è che ci sono cose che per decenza, buonsenso e amore per la categoria, non vengono scritte.

Ma davvero volete che scriva di come siamo stati fessi a procurare un allarme al soccorso o un intervento che poteva benissimo essere evitato? di quanto siamo stati meschini a piratare la grotta di un altro gruppo, di quanto siamo ladri a rubare sacchi, corde, attrezzature, sia in grotta che nei magazzini dei gruppi, di quanto siamo ingenui a rimanere bloccati in paesi stranieri con una pandemia in corso, di quanto siamo idioti a rimanere bloccati in grotta quando ci sono le piene? E poi incidenti con conseguenze gravi dove sono evidenti le colpe, per non parlare di quello che passa ed è passato su Facebook, di colpi bassi, giochi di potere, attriti, calunnie, accuse, falsità, minacce, botte(!), raccolte di firme contro tizio e caio, gelosie, primedonne, esaltati, personaggi ridicoli.
Fatti e fattacci interni ai gruppi, rivalità, fatti personali e pure corna.
Devo parlare delle tecniche con cui allarghiamo strettoie impraticabili, o di devastazioni, danni, collezioni di minerali, cattura di insetti, abbandono di rifiuti nei campi interni, o di quanto abbiamo sporcato con l’acetilene?
Se vi siete riconosciuti in qualcuna di queste situazioni… (impossibile non riconoscersi almeno in un paio) abbiate il buon senso di non chiedere che venga pubblicata la “verità”. Non facciamoci del male.

Scintilena continuerà ancora ad esportare la faccia presentabile della speleologia, ancora non ho cominciato neanche a scrivere il Testamento.
Andrea Scatolini

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