A Bracciano (RM), a poca distanza dalla riva del lago, a ridosso di una parete rocciosa scoscesa, si trova un anfiteatro naturale, probabilmente derivante dal collasso di una antica cavità molto estesa, sul quale si affaccia un complesso di cavità artificiali scavate nel sedimento tufaceo.
Differenti tra loro per forma e dimensioni, esse presentano caratteristiche peculiari.
La più grande si trova sul lato settentrionale dell’ellisse, misura 17 m x 27 m per un’altezza di oltre 4.5 m: ha una serie di ampie nicchie laterali e pilastri centrali, alcuni rinforzati da poderosi muretti in pietra. Tutte le pareti di fondo degli ambienti hanno forma semicircolare. L’ingresso è chiuso per metà da un muro con un piccolo contrafforte.
Le altre cavità si trovano nel settore meridionale dell’ellisse, consistono in una serie di ambienti accessibili da due ingressi separati, ma comunicanti tra loro, l’altezza massima è di circa 3 m.
Un ambiente indipendente ha pianta rettangolare ed è in posizione centrale.
Sulle pareti interne di ciascuna cavità sono evidenti i segni lasciati dagli strumenti durante lo scavo.
Lo strato di interro sul pavimento è piuttosto sottile, tranne in prossimità degli ingressi, dove è presente un consistente accumulo.
La fragilità della roccia ha causato vari piccoli cedimenti e fratture strutturali
La funzione e l’utilizzo nel tempo del complesso sono tutt’ora questioni aperte.
L’esplorazione e il rilievo sono avvenuti con la partecipazione di Tullio Dobosz.

Elena Felluca

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