Le norme non possono aiutarci a vivere meglio se non vi è il senso naturale del rispetto e del limite. La salvaguardia dei diritti nostri e degli altri. L’etica come bene comune che ci preservi dalla prevaricazione e ci guidi ad assegnare il giusto valore alle cose.

Immagina una vittoria che sia il frutto di scelte spregiudicate e scorrette. Pensa, adesso, ad una clamorosa sconfitta, raggiunta – però – attraverso un confronto onesto e leale. Cosa vorresti mettere davanti: il successo o la tua integrità? Di una cosa mi persuado: vincere o perdere non può prescindere dall’umanità che metti in campo. La vittoria, oltre che nella meta raggiunta, è anche nella strada che hai scelto per arrivarci. Lorenzo Lanis

Abbiamo bisogno di una autentica pedagogia dei fatti. Testimonianze credibili di uomini e donne che sappiano indicare alle giovani generazioni la direzione per costruire un mondo migliore di quello che il mondo degli adulti ha preparato per loro. Non tanto un’etica codificata con norme e precetti, quanto un serio e profondo sentimento del rispetto e della verità, della giustizia e della libertà conquistata a caro prezzo.
Tratto da “Libera” Agenda 2013 – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.

L’etica dell’esplorazione speleologica passa attraverso la comunicazione tra gruppi e singoli, con uno scambio di informazioni alla pari tra dare e avere.

Dopo quanto tempo di inattività una grotta “in esplorazione” può essere “violata” da speleologi di altri gruppi che fremono per trovare nuove prosecuzioni?
E’ lecito esplorare in territori che “storicamente” sono appannaggio di altri gruppi?
Lo scopritore e l’esploratore possono essere considerati proprietari di una grotta?
Come superare il problema di un cancello chiuso se il lucchetto ce l’ha un gruppo rivale?

La discussione è aperta, anche senza fare esempi reali, le situazioni sono centinaia, parliamone, restando sul vago, dite la vostra nei commenti.

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