Terminate a fine ottobre 2019 le riprese de “Il Buco” del regista Michelangelo Frammartino, il docufilm che racconta le vicende della scoperta e dell’esplorazione della grotta più profonda della Calabria.

Sono terminate a fine ottobre 2019 le riprese per la realizzazione del docufilm “Il Buco”, di Michelangelo Frammartino, che racconta le vicende della scoperta e dell’esplorazione della grotta più profonda della Calabria.

“Il buco” nasce dall’incontro con il territorio di San Lorenzo Bellizzi e in particolare con lo speleologo calabrese Nino Larocca che conosce profondamente l’Abisso del Bifurto –  ha raccontato il regista Michelangelo Frammartino durante la conferenza stampa di fine riprese del film, che si é svolta a fine ottobre alla presenza del Presidente della Calabria Film Commission, Giuseppe Citrigno, del Presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, del Presidente della Società Speleologica Italiana Vincenzo Martinucci e del Sindaco di San Lorenzo Bellizzi, Antonio Cersosimo. Presenti all’incontro anche i 12 speleologi selezionati nel corso di un anno e mezzo di casting in tutta Italia.

Per quattro mesi la troupe ha girato all’interno della grotta, sfidando il buio, l’isolamento, il vuoto, per raccontare l’impresa di dodici speleologi “del Nord” che nel 1961 decisero di scendere in Calabria ed esplorare altre profondità.
L’Abisso del Bifurto, i piani del Pollino, San Lorenzo Bellizzi, le fiumare di Civita e Cerchiara sono le location dell’ultima fatica cinematografica di Michelangelo Frammartino.
Il regista ha scelto di tornare a girare all’interno del Parco Nazionale del Pollino, un sistema montuoso al confine tra Calabria e Basilicata dai picchi impervi di una bellezza immacolata, conosciuto anche come luogo d’incontro tra le uniche tipologie umane in grado di affrontarlo e abitarlo, qui dove ancora resistono i culti arborei di cui è profondo conoscitore il regista: ”ho deciso di raccontare la storia di un gruppo di speleologi che, in pieno boom economico, hanno deciso di scendere nel Sud ed immergersi nel buio di una grotta”.

Nell’agosto del 1961, i giovani membri del Gruppo Speleologico Piemontese, già esploratori di numerose cavità del Nord Italia, cambiano rotta e puntano al Sud, nel desiderio di esplorare altre grotte sconosciute all’uomo, immergendosi nel sottosuolo di un Meridione che tutti stanno abbandonando.
Qui, nel Pollino, in Calabria, questi giovanissimi speleologi, calandosi nel buio della terra, scopriranno quella che allora fu considerata una delle grotte più profonde del mondo, l’Abisso di Bifurto.

Per usare un termine cinematografico, potremmo dire che le grotte costituiscono un fuori campo assoluto– ha concluso Frammartino- anche perché la notte eterna che regna al loro interno sembrerebbe quanto di più ostile alla macchina da presa. Personaggio del film è, dunque, la grotta e il movimento dei corpi che si immergono al suo interno”.

“Il buco” è una produzione Doppio Nodo Double Bind con Rai Cinema, in coproduzione con Société Parisienne de Production (Francia), Essential Filmproduktion (Germania), con il sostegno della Calabria Film Commission, del Mibact, del CNC, Artè/ZDF, Eurimages e con la consulenza della Società Speleologica Italiana e la collaborazione e il Patrocinio del Parco Nazionale del Pollino. Coproduction Office è il distributore internazionale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *