Domani si celebrerà l’80esimo anniversario dell’esplorazione delle Grotte di Castellana, raccontata in questo video dalla viva voce di Franco Anelli.
“Ero curioso di sapere cosa ci fosse nella profondità, cosa si nascondesse nella voragine, della Grave delle grotte di Castellana”.
Inizia così una delle rare interviste concesse da Franco Anelli, qui al microfono del giornalista Rai, Gustavo Delgado*.

23 gennaio 2018, 80 anni dalla scoperta delle grotte di Castellana.

*Il materiale audio è stato raccolto e montato dallo speleologo Pino Pace nella trasmissione radiofonica Rai “L’altra faccia della luce” e, successivamente, nel video dal titolo omonimo del Gruppo Puglia Grotte in occasione dell’allestimento del Museo Speleologico “Franco Anelli”.

Domani mattina, in forma privata, ci sarà una visita del Presidente Mattarella. Sarà presente per noi anche Vincenzo Martimucci, Presidente della Società Speleologica Italiana invitato a partecipare all’incontro.

Le Grotte di Castellana dopo la scoperta furono trasmormate in grotte turistiche e oggi grazie ad attività di ogni genere costituiscono una grande attrazione turistica.

Le grotte di Castellana grazie a Franco Anelli rappresentano una parte della Storia della Speleologia Italiana.

Franco Anelli nato a Lodi il 18 ottobre 1899, diplomatosi a Milano, è una delle principali figure della speleologia italiana: consegue nel 1927 la laurea in Scienze Naturali all’Università di Bologna, fu conservatore del Museo Speleologico e assistente dell’Istituto Italiano di Speleologia a Postumia.
Nel 1938 incaricato dall’Ente Provinciale per il Turismo di Bari di effettuare una ricognizione della Grotta di Putignano, Anelli viene a sapere dell’esistenza di cavità limitrofe ancora inesplorate.
Il 23 gennaio del ’38 si cala nella Grave di Castellana e realizza ben presto di trovarsi di fronte ad un vasto complesso carsico ipogeo, di estremo interesse scientifico e turistico.
Durante la seconda guerra mondiale, nel 1943 diventa direttore delle Grotte di Postumia; durante l’occupazione tedesca, si prodiga nell’arduo compito di salvare il Catasto delle Grotte d’Italia e tutto il materiale scientifico dell’Istituto Italiano di Speleologia; nel 1945 è costretto a fuggire, rifugiandosi a Trivignano Udinese con tutta la sua famiglia.
Nel corso della sua vita sono numerose le scoperte, ricerche, libri e pubblicazioni di Anelli. A lui è dedicato il Centro di Documentazione Speleologica della Società Speleologica Italiana, che costituisce la raccolta speleologica più grande del Mondo.

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