Verrà aperta il 25 aprile in Francia la ricostruzione della grotta Chauvet coi suoi dipinti di 36 mila anni fa.
Lo annuncia tra le sue news il National Geographic al link
http://news.nationalgeographic.com/news/2014/12/141219-chauvet-paleolithic-cave-art-paintings-france-ancient-culture/
L’ambizioso complesso espositivo situato su un altipiano della regione Rodano-Alpi nel dipartimento di Ardèche nella Francia meridionale (circa 200 chilometri a sud di Lione) e contenente alcune copie degli antichi dipinti e degli spazi interni della grotta è in allestimento da tre anni e sorgerà proprio vicino alla vera grotta Chauvet Pont-d’Arc. Sarà grande come un stadio di calcio e si stima che la sua realizzazione costerà 67 milioni di dollari (circa 55 milioni di euro).
Comprenderà un centro multimediale e una sala mostre.
Per ricrearne l’effetto naturale, i dipinti sono stati realizzati a mano libera e anche la temperatura della esposizione sarà uguale a quella della grotta vera.

Per potere effettuare il più fedelmente possibile la replica di una parte della grotta, il team di lavoro ha scattato circa 6000 fotografie ed effettuato scansioni laser in 680 ore, creando prima una copia digitale ad alta fedeltà degli ambienti.
In base a questa copia digitale è stato creato poi lo scheletro di metallo fissato al soffitto successivamente ricoperto con schiuma e cemento, base anche per le successe pitture.

Il consorzio di agenzie governative che si è impegnato in questo ambizioso progetto ha valutato che questo tipo di attrazioni turistiche è molto remunerativo, ma nel contempo troppo prezioso il sito originale per esporlo a grandi masse di visitatori.
Insieme al governo francese, il Ministero della Cultura e della Comunicazione, l’Unione europea, e soprattutto, i leader della regione dell’Ardèche, stimano un numero di 400.000 visitatori il primo anno e 300.000 all’anno successivamente.

La grotta vera – patrimonio UNESCO dal giugno 2014 – rimarrà protetta.
A differenza di altre grotte con dipinti parietali deteriorati da effetti di massiccia presenza umana.
L’articolo porta gli esempi della grotta Lascaux in Francia e della grotta di Altamira in Spagna.
La prima chiusa ai visitatori nel 1963 causa il proliferare di licheni e muffa nera. (Ne è stata fatta parziale riproduzione “Lascaux II” per i turisti a 200 metri di distanza).
La seconda chiusa al pubblico nel 1977 a causa dell’aumento di anidride carbonica introdotta dai visitatori che ha provocato nelle pitture il deterioramento dei colori.

Le foto, il video e l’intero articolo sono su nationalgeographic.

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