Incidente mortale a 4 sub in una grotta a Palinuro
A fine serata tiriamo il triste bilancio, 4 sub, due romani, un greco e una donna campana sono morti oggi durante una immersione in una grotta sommersa nei pressi di Palinuro.
Dalle notizie che arrivano dalle fonti giornalistiche è impossibile capire cosa sia successo veramente e come è possibile che 4 sub muoiano contemporaneamente in una immersione.
Sembra che i quattro facessero parte di un gruppo più numeroso, forse 8 persone, che sono andate a visitare la ‘Grotta del Sangue’.
Una parte dei sub è uscita regolarmente, mentre gli altri 4 sono rimasti sotto.
Uno dei sub che aveva organizzato l’uscita, non vedendoli tornare, si é immerso alla ricerca dei dispersi; colto da malore è stato ricoverato all’ospedale sotto osservazione.
I corpi, secondo l’ANSA sono stati recuperati e sono in obitorio.
dal messaggero:
I soccorsi a Palinuro dove quattro sub sono morti
di Fabio Jouakim
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PALINURO – «Ci siamo ritrovati improvvisamente in un cunicolo cieco. Non si vedeva più niente. A quel punto è stato il panico». Marco Sebastiani è sotto choc, hail corpo pieno di escoriazioni e soprattutto un rimpianto con il quale dovrà fare i conti tutta la vita: non essere riuscito a raggiungere i suoi quattro amici rimasti imprigionati in quella maledetta grotta.
Marco è l’istruttore che ha portato in gita alle grotte di Palinuro i suoi amici romani. Anche lui romano, titolare di una scuola di sub nella Capitale.
In programma c’era una meravigliosa immersione in uno dei posti più battuti e conosciuti dai sub, la Grotta del Sangue (deve il suo nome all’impressionante colore delle pareti interne, accese da un sorprendente rosso che riflettendosi sul mare lo colora con una sfumatura molto suggestiva). Una delle cordate, come si dice in gergo, più semplici che si è trasformata in tragedia. «Andava tutto bene – continua sconvolto Marco – Avevamo formato un gruppo da otto con un istruttore e due accompagnatori. Ci siamo affidati a una guida del posto».
Sono arrivati in barca al punto di immersione, si sono vestiti e sono scesi. Una volta in acqua si sono messi in formazione, si sono dati l’ok e hanno sgonfiato i Gav (giubbetto ad assetto variabile, ndr). E si sono immersi.
Marco Sebastiani è molto agitato, i graffi sulle braccia e sul corpo, che si è procurato nel tentativo di salvare i suoi amici, lo tormentano così come il ricordo dei suoi amici felici che avanzavano con lui sfiorando le pareti rocciose che sprofondavano nel blu. «Improvvisamente la guida ha cominciato ad agitarsi – continua – Ho capito che qualcosa non andava, ma a quel punto eravamo già entrati in grotta e ci stavamo inoltrando. Ho cercato di prendere in mano la situazione. Era troppo tardi. Ci siamo improvvisamente ritrovati dentro un cunicolo cieco. L’agitazione dei meno esperti ha preso il sopravvento. Dal fondo della grotta si è alzato fango e sabbia e la visibilità è finita»…
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