Sono stati presentati sabato 20 ottobre a Cottanello (Rieti) i risultati delle ricerche riguardanti l’antico acquedotto romano di Colle Fonte. I resti di questo manufatto idraulico sono stati esplorati in più riprese da parte del Gruppo Speleo Archeologico Vespertilio di Salisano, sotto la direzione del dott. Alessandro Betori della soprintendenza archeologica ed in accordo con l’amministrazione comunale. Per accedere all’ipogeo gli speleologi sabini hanno dovuto rimuovere un accumulo franoso di terra e sassi e scivolare attraverso una stretta apertura causata dalla rottura della volta. Si può ipotizzare che l’acquedotto alimentasse le utenze dell’importate villa di epoca romana sita in località Collesecco.
Alla fine degli anni ’60, durante alcuni lavori agricoli, venne messo in luce il notevole complesso abitativo della villa del quale ancora non si conosce la reale estensione. La villa romana è stata costruita attraverso diverse fasi. Fu nella seconda fase che l’edificio venne ampliato con l’aggiunta del peristilio e l’impianto termale, inoltre venne ripavimentata la villa con la decorazione musiva. Proprio in questa fase (con ogni probabilità intorno al I secolo d.C.) che si può inserire la costruzione dell’acquedotto sotterraneo.

Acquedotto di Colle Fonte

I resti del cunicolo, alto poco più di un metro 1,50 metri e largo circa 45 centimetri, sono ispezionabili per alcune decine di metri. Diverse frane a valle e monte del condotto rendono impossibile procedere nell’esplorazione. È stato effettuato da parte degli speleologi la documentazione dell’intero complesso sotterraneo comprensivo di foto e rilievi. Sono in programma nei prossimi mesi ulteriori ricerche al fine di individuare le altre porzioni del manufatto idraulico sotterraneo che era alimentato, con ogni probabilità, dalla sorgente di Colle Fonte posta a circa un chilometro dal tratto esplorato.
Hanno preso parte alle ricerche Monica Volpi del Comune di Cottanello, Carla Sfameni del CNR, Milena Scorza, Veronica Sanvito, Fabrizio Marincola e Cristiano Ranieri.

Fonte : Corriere di Rieti – Lunedì 29 Ottobre 2018

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