Notizia inviata da Francesco Murgia

Le operazioni hanno avuto inizio sabato 22 maggio 2010, mattina, quando un bel gruppo di speleologi sardi organizzati dalla FSS rispettivamente del US Cagliaritana, GG Cai Cagliari, GSA Sassari, SC Oliena, nonché una coppia di simpatici, biondi, e durissimi speleo Olandesi, si sono ritrovati nel piazzale antistante la grotta di Locoli.

La prima cosa che ha lasciato perplessi i partecipanti e stata quella di trovare nel gruppo per la maggioranza delle belle e simpatiche ragazze. Ce l ‘avrebbero fatta a portare in fondo alla grotta i pesanti zaini con all’interno le temute bombole dei sub? La quantità di materiale da trasportare è impressionante ! Invece, sempre sorridenti, carine, noncuranti della fatica senza un minimo lamento o polemica, in poco tempo tutto il materiale è all’inizio del primo sifone: che bella lezione per tutti noi maschietti !

Alle
12.00 entrano quindi in acqua Enrico Seddone e Pietro Mauri e guadagnato velocemente il terzo sifone, riposizionano circa 220 metri di sagola che erano stati asportati in precedenza da “una manovra errata” di altri speleo sub.

Alle 17.00 sono fuori con le bombole usate portando la notizia che la visibilità all’interno del 3° sifone è ottima a dispetto di quella assai scarsa del primo.

Alle 21.00 tutto il materiale sia dei nostri che quello di Rick Stanton è posizionato all’inizio del sifine, pronto per la punta del giorno successivo. Si decide che partirà Pietro assieme a Rick che lo assisterà nei passaggi difficili e quindi rientrerà. Dopo circa 6 ore Enrico con Paul, l’ assistente di Rick, andranno ad aspettarlo al rientro, aiutandolo a trasportare la pesante attrezzatura nei laghi.

La sfida entra nel vivo domenica e alle 11.00. L’inglese e il Sardo sono in partenza dal 1° sifone; sorpassano senza difficoltà il lago tra 1° e 2° sifone e la spiaggia tra quest’ultimo e l’attacco del 3°. Rick è impressionante: si trascina appresso due Rebreather Kiss, 3 grosse bombole di fase e ben due scooter subacquei, senza contare tutta una serie di altre cose, sagolatori, luci ecc. Pietro lo accompagna sino a un tratto dell’ S3 e vedendolo sparire velocemente nel buio non può non pensare che l’inglese sebbene schivo, sotto quella sua calma e modestia abbia dei nervi d’acciaio.
Dalle previsioni starà solo, a sfidare le profondità del sifone, da un minimo di 5 ad un massimo di 10 ore. Lo speleosub sardo posiziona quindi una ulteriore bombola decompressiva con ossigeno a -9 metri, è vitale che Rick la ritrovi in decompressione e rientra.

Nel frattemposono arrivati in rinforzo una bella squadra dello Speleo Club di Oliena e successivamente Francesco Murgia ed Angelo Naseddu con alcuni membri della SSI di ritorno dalla conferenza sulle acque di Siniscola. L’attesa diventa lunga ipotizzando dove potrebbe essere Rick in quel momento e chiedendo ripetutamente a quelli muniti di orologio, l’orario.

Alle 16.00 Enrico e Paul si avviano per l’immersione e a seguire tutti gli altri si posizionano in attesa di sgomberare le attrezzature.

Alle 18.30 si scorgono le luci dell’ inglese che arriva in quota Deco all’attacco dell’S3. Enrico e Paul raggiungono Rick liberandolo di alcune attrezzature ingombranti; dopo circa 8 ore passate in solitudine affrontando l’ignoto, la presenza dei compagni è una cosa che apprezza moltissimo.

Alle 20,00 sono tutti fuori dall’acqua e alle 22,00 tutto il materiale è sgomberato dalla grotta. I ragazzi di Oliena oltre che ottimi arrostitori e bevitori di birra, si sono dimostrati instancabili lavoratori .

RISULTATI:

Il terzo sifone dopo 22 anni dal tentativo di Penez che s’era fermato a -76 metri con circa 800 metri di sviluppo è battuto: Rick passando per -90 metri di profondità, l’ha percorso tutto per un sviluppo complessivo di 1700 metri. E’ quindi riemerso in una corta galleria asciutta, trovando un nuovo sifone. Si è quindi liberato degli scooter e delle bombole di fase ed ha percorso a pinne questo sifone per 100 metri, ad una profondità media di -10 metri. Ha quindi trovato un’ulteriore galleria asciutta di circa 200 metri; si è immerso quindi sul 5° sifone percorrendolo per un circa 250 metri sino a – 34. Qui ha saggiamente deciso di rientrare. Nella decompressione ha avuto peraltro un piccolo inconveniente, poiché si è rotta la cerniera della muta stagna e ha perciò dovuto affrontare l’ultima ora bagnato, combattendo col freddo. In questi momenti col freddo che ti attanaglia la tentazione di “sforare” la deco ed uscire dall’acqua e quindi dal freddo è fortissima, ma ancora una volta Stanton ha dimostrato nervi saldi.

L’impresa, straordinaria, va ascritta alla sua grande tenacia e professionalità ma anche alla collaborazione di tutto il Team del FSS che, coordinati egregiamente,hanno svolto i compiti senza problemi ne discussioni.

Tutti si meritano un grazie e un bravi di cuore !

Pietro Mauri

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