Il documentario, che si intitola “LUCI NEL BUIO – STORIA ED ESPLORAZIONI DELLA GROTTA REMERON”, è stato prodotto in 1000 copie insieme ad un opuscolo illustrato.
La presentazione ufficiale del filmato avverrà presso la Sala Convegni di Villa Recalcati, sede della Provincia di Varese, nella giornata di sabato 15 dicembre 2018 alle ore 15.00.

Trailer del documentario “LUCI NEL BUIO – STORIA ED ESPLORAZIONI DELLA GROTTA REMERON” prodotto e realizzato dal Gruppo Speleologico Prealpino.
Questo video documentario narra la storia e le vicende che hanno reso celebre questa grotta in tutto il varesotto e in Lombardia, così come testimoniato dalle migliaia di visitatori che ogni anno ne varcano ancora la soglia.
Un viaggio emozionante ripercorrendo le imprese condotte da un manipolo di esploratori la cui vita venne affidata ad equipaggiamenti precari, gli unici disponibili in quegli anni, con i racconti originali dei protagonisti e le notizie sensazionali riportate dalla stampa dell’epoca, sino a giungere ai tempi nostri, con la rischiosa esplorazione subacquea del sifone terminale, la scoperta di nuovi rami e di un secondo ingresso, l’osservazione scientifica e studio della fauna ipogea ospitata nelle zone più profonde, per giungere infine alla valorizzazione di questa interessante grotta attraverso iniziative rivolte al pubblico con programmazione, ogni anno, di visite guidate al suo interno.

La grotta di Remeron si sviluppa nelle viscere del Monte Campo dei Fiori e sin dai primi del ‘900 ha attirato l’attenzione degli speleologi dominati da grande curiosità e coraggio ma armati soltanto di scarse e precarie attrezzature. La Remeron si apre a quota 720 metri nel territorio di Comerio, alle porte di Varese, nelle tradizioni locali è chiamata “Bus di Remeron” o “Rameron”; nel corso dei secoli alcuni tra i più coraggiosi del posto si limitarono a compiere brevi visite al suo interno, varcandone la soglia e sfidando le tenebre con la sola luce di una candela, alimentando in tal modo storie e leggende che consideravano questa cavità una porta per gli inferi, luogo abitato da creature demoniache e da cui stare alla larga.

La prima vera discesa avvenne nel 1900 ad opera di Luigi Vittorio Bertarelli accompagnato da un amico e due parroci della zona. Muniti di corde in canapa e scalette in corda con pioli in legno, riuscirono a raggiungere la profondità di -164 metri, terminando la loro esplorazione sulle rive di un lago sotterraneo.

Altre importanti imprese nella Remeron vennero poi condotte nel 1924, quindi nel 1934 e soltanto nel 1951 fu possibile raggiungerne il fondo, a -210 metri di profondità in corrispondenza di un piccolo lago sifone.

Nel 1913 divenne una vera e propria grotta turistica, vennero costruite delle scale in cemento, poi, con l’arrivo della seconda Guerra Mondiale, le visite alla grotta si ridussero notevolmente e gli impianti di illuminazione, assieme agli allestimenti, a causa dello stato di abbandono andarono deteriorandosi.
Dagli anni 2000 l’attività turistica riprese. Nel 2004 sono stati effettuati dei lavori di ripristino degli impianti di illuminazione e delle scale e dal 2007 la gestione della Grotta è affidata all’Associazione Amici Grotta Remeron.

Il massiccio del Campo dei Fiori in effetti ospita al suo interno un vasto sistema carsico e la Grotta Remeron è solo una delle 150 cavità esplorate finora. Il documentario, ideato dagli speleologi Guglielmo Ronaghi e Claudia Crema, che ne è anche la regista, ha voluto valorizzare al meglio questa affascinante cavità, narrandone tutti gli aspetti in un racconto articolato attraverso 5 distinti capitoli, dalla storia delle sue epiche esplorazioni ai recenti studi idrogeologici e dell’ecosistema, la descrizione dei suoi ambienti e la realtà delle visite guidate.

Vengono illustrati anche gli studi sulle acque circolanti nella Remeron e i risultati di tali ricerche attraverso alcune interviste a esperti, tra cui il geologo Alessandro Uggeri di “Idrogea srl” con un occhio alla salvaguardia e tutela delle aree carsiche e degli ambienti ipogei in esse presenti, a garanzia della buona qualità dell’acqua che questi luoghi forniscono alla collettività.

Interessanti sono anche le ricerche e monitoraggi della fauna ipogea presente nelle zone più interne della grotta raccontate dal Prof. Andrea Colla, Biospeleologo del Museo di Storia Naturale di Trieste.
La Remeron oltretutto è frequentata da ben 5 specie di pipistrelli.

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