“Le miniere abbandonate della Maiella”, incontro oggi a Pescara

Giovedì 20 giugno 2019 alle ore 18:00, nella biblioteca “Falcone e Borsellino” di Pescara, si terrà un’incontro dal titolo “Le miniere abbandonate della Maiella” a cura del Gruppo di Ricerca di Archeologia Industriale della Majella – GRAIM, organizzato da Italia Nostra Sezione di Pescara “Lucia Gorgoni”.

Il versante del massiccio compreso tra Scafa, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Manoppello, Lettomanoppello, Abbateggio e Roccamorice, ma anche Tocco da Casauria, Caramanico, Turrivalignani, Bolognano e Serramonacesca, è di particolare interesse storico-archeologico-industriale.
Le prime tracce dello sfruttamento minerario sulla Maiella risalgono al Neolitico; un panetto di bitume impastato con argilla rinvenuto nel comprensorio è stata datato circa 4700 a.C.; ma è stato rinvenuto un altro panetto risalente a duemila anni fa che attesta che durante l’impero romano si cavava bitume nella zona.
Nei secoli successivi l’attività estrattiva è testimoniata dalla presenza pionieristica di piccoli imprenditori locali, ma è in epoca moderna, tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento, che venne organizzata in forma industriale e fece del bacino minerario uno dei giacimenti di rocce asfaltiche e rocce bituminose tra i più importanti d’Italia.
Lo sfruttamento intensivo iniziò a partire dal 1844 dall’imprenditore teatino Silvestro Petrini e successivamente dal toccolano Donato Paparella; in seguito vide l’interessamento di molteplici aziende minerarie soprattutto straniere tra le quali è necessario ricordare almeno la tedesca REH e C., e l’inglese NAC, assorbite nel corso degli anni dall’italiana SAMA.
Una piccola parte del comprensorio minerario è tutt’ora in concessione provvisoria alla Società Cooperativa Cogels.

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