Mercoledì 23 settembre 2009 alle ore 18.00 presso la Libreria Mursia di Via Galvani 24 a Milano si terrà la presentazione del libro: “Archeologia del Sottosuolo. Manuale per la conoscenza del mondo ipogeo”
di Gianluca Padovan

Recensione semiseria del libro
Il libro io ce l’ho già, me lo ha regalato Gianluca Padovan in persona appena finito di stampare. E’ in assoluto, credo, il primo manuale di archeologia del sottosuolo; non l’ho letto tutto, perchè è un libro di 373 pagine piene zeppe di conoscenze specifiche, forse troppe per uno come me che si trastulla in grotte naturali e detesta strisciare in miniere, acquedotti, tombe, luoghi di culto antichissimi, cripte, antichi cunicoli, cimiteri longobardi, depositi di granaglie, rifugi antiaerei ecc. ma siccome vivo a Narni ogni tanto vengo risucchiato dentro qualche infimo buco che poi si rivela cisterna romana, miniera medioevale, butto, e pure domenica prossima ancora una volta verrò trascinato nei sotterranei di Todi, a vedere un paio di acquedotti etruschi.
Triste la vita per chi non conosce la storia, l’archeologia e neanche l’italiano, ma ha la tecnica per poter vedere certi ambienti. Il manuale “Archeologia del Sottosuolo” in questo mi aiuta molto, sviscerando in maniera quasi maniacale ogni aspetto degli ipogei artificiali, dalle tecniche di estrazione mineraria, alle varie strutture difensive di forti e castelli, dall’epoca classica ai giorni nostri.
Leggendo il manuale ho esclamato più volte: “però ammazza quante ne sa questo Padovan del cavolo, sarà stronzo ma è un pozzo di scienza” però siccome il libro me lo ha regalato, proprio stronzo non è, anzi, è stato particolarmente gentile, soprattutto perchè, udite udite, all’interno del manuale fa bella mostra di se anche la Scintilena, citata con un breve articolo scritto da me proprio per questa pubblicazione su richiesta dell’autore.

A parte quella volta che arrivai 93esimo ai 400 metri piani alle finali nazionali dei Giochi della Gioventù ’84, a parte qualche apparizione sui recenti numeri di Speleologia in occasione degli Speleofotocontest e del Barcamp di Narni e qualche omonimia (non sono quell’Andrea Scatolini che si è rotto il braccio cadendo dal motorino in Viale dello Stadio), è raro vedere il mio nome stampato da qualche parte, quindi ritrovarsi citato in un libro, anzi in un Manuale, che di per se è una pietra miliare specialmente perchè si occupa di archeologia, bhe, devo dire che da perfetto ignorante della materia mi sento veramente lusingato e ringrazio (lo stronzo) Padovan infinitamente.

Sull’autore, ho già scritto un paio di volte qual’è la sua peculiarità legata al suo caratteraccio e all’insano modo di gestire rapporti personali e speleoprofessionali, ma per completare il quadro dovrei raccontare di quanti salamelecchi, colpetti sulla spalla, complimenti, frecciatine, battutine ci scambiamo ad ogni incontro, segno questo di profonda stima reciproca. Gianluca Padovan è speleologo dello SCAM di Milano e, da quando lo conosco, forse 20 anni o giù di li, l’ho sempre visto impegnato nella ricerca in cavità artificiali, con una spiccata propensione per le strutture di uso militare. Poi, conoscendolo, dirà che sono stato cattivello in questa presentazione, ma sottosotto ci si farà delle grasse risate, potevo essere anche più cattivo senza timore di essere smentito.
Ciao Bestiaccia (riferito a Padovan)
Andrea Scatolini

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