Quasi senza saperlo il Piemonte è diventato una regione ricca di speleo subacquei o perlomeno di frequentatori di grotte sommerse.
Ecco in un documento pdf on line di Attilio Eusebio la situazione su quello che è stato fatto e su quanto rimane da fare.

Piemonte terra di Speleosub, di Attilio Eusebio

Negli anni ’60 e ’70 la speleosubacquea in Piemonte era ben sviluppata soprattutto a Cuneo e Torino, poi per lunghi anni, complice anche un incidente sfiorato nel 1968, c’è stata una interruzione di questa attività, così speleosub d’oltralpe, francesi ma principalmente belgi hanno colmato il vuoto esplorando negli ultimi trenta anni le grotte piemontesi. Eccezione italiana fu Gigi Casati che si immerse, ormai più di 15 anni fa, nel sifone terminale del Lupo.
L’attuale ricchezza di speleo sub tuttavia un poco contrasta con quella che è la realtà esplorativa dei sifoni piemontesi.
Molti, si diceva, sono stati fatti, tanti sono così lontani che servirebbero squadre di appoggio importanti, altri ancora hanno possibilità assai remote di essere interessanti o di dare adito ad importanti prosecuzioni. Tuttavia esistono.
Ecco la situazione in modo abbastanza disordinato ed ipersintetico su quello che è stato fatto e su quanto rimane da fare.
In alcuni bollettini Grotte sono riportati un po’ di storia della speleosubacquea del Gruppo Speleologico Piemontese.

Scarica il documento PDF: https://www.speleosubtek.com/app/download/7599785751/speleosubpiemonte2021.pdf?t=1623753520

Vai al sito Speleosubtec per maggiori info:
https://www.speleosubtek.com/

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