Conclusa da pochi giorni la spedizione de la venta al vulcano islandese Fagradalsfjall per lo studio dell’evoluzione di tubi lavici.

Avanzando con il rilievo laser scanner nella grotta di Búri (foto Marco Vattano/La Venta)

Da pochi giorni sono rientrati in Italia i membri del team di La Venta, dopo aver realizzato la prima prospezione speleologica al vulcano islandese Fagradalsfjall, nell’ambito del progetto “Hraun” per lo studio dell’evoluzione di tubi lavici.
L’obiettivo della missione, ampliamente raggiunto, era quello di documentare gli ingressi ai tubi di lava che si sono aperti nel corso dell’ultima eruzione.

La spedizione ha raggiunto tutti gli obbiettivi prefissati, documentando con un drone con camera termica diversi ingressi di tubi lavici formatisi da poche settimane sui fianchi del vulcano.
l’ultimo evento eruttivo si è verificato tra il 17 e il 20 settembre 2021, pertanto le mappature realizzate rappresentano un’efficace base di partenza per le esplorazioni speleologiche che si prevede di intraprendere a maggio-giugno del 2022.

Nel corso di numerosi sorvoli, il drone ha acquisito 324 immagini termiche che coprono 5 diverse aree, incluso il grande portale da cui si è generata l’ultima colata attiva in settembre.

Al momento delle riprese, la superficie della lava si era già in parte raffreddata, con aree che comunque superano ancora i 70° centigradi.
All’interno degli imbocchi e dei collassi sono state misurate temperature che si avvicinano ai 200°, mentre all’interno dei tubi di lava le temperature sono certamente molto superiori.
E’ evidente che saranno necessari ancora alcuni mesi prima che le grotte diventino esplorabili, sia per gli speleologi dotati di opportune protezioni, sia da parte di droni con tecnologie innovative (collision tolerant drones).

Questa prima prospezione ha permesso al team la Venta di intraprendere una proficua collaborazione con l’istituto meteorologico dell’Islanda (Veðurstofa) che si occupa del monitoraggio del rischio vulcanico, e con alcuni ricercatori del Museo di Storia Naturale di Rjekiavik e dell’Università dell’Islanda.
Sono state gettate le basi per una cooperazione proficua, attraverso lo scambio di dati e la condivisione di obbiettivi scientifici.

Durante i numerosi giorni di pioggia in cui non era possibile effettuare i voli con il drone termico, sono state visitate alcune grotte vulcaniche della zona.
Di particolare interesse è stata la realizzazione del rilievo tridimensionale con laser scanner del tubo lavico di Búri, uno dei più grandi e spettacolari condotti conosciuti in Islanda, scoperto solo nel 2005.
Lo studio di tubi formatisi in eruzioni più antiche nelle vicinanze del Fagradalsfjall, permette di avere una maggiore conoscenza dei processi speleogenetici che si potrebbero incontrare nelle future esplorazioni dei tubi di lava appena formati.

Secondo Francesco Sauro “Questa prima tappa del progetto può dirsi conclusa, torniamo a casa con la voglia di tornare appena le condizioni di temperatura permetteranno l’accesso alle grotte di questo spettacolare vulcano”

Fonte: Pagina Facebook di La Venta

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