Ormai più di due anni fa il Gruppo Speleologico CAI Marostica i barbastrji ha ideato e messo in atto un programma didattico per la crescita dei neofiti che sta riscuotendo un enorme successo con numeri che vanno in senso opposto al trend nazionale dove è sempre più difficile far entrare nuove leve nella schiera degli speleologi.
Il Gruppo di Marostica ogni mese organizza open day, escursioni didattiche a più livelli, minicorsi di speleologia spalmati su 3 uscite, palestre, lezioni teoriche.
In pratica tutti quelli che hanno voglia di fare speleologia tutto l’anno e gratuitamente o con costi irrisori, indipendentemente dalla loro attitudine o prestanza fisica, hanno la possibilità di diventare speleologi.
Questo programma nasce dalla constatazione che spesso i corsi di introduzione o di primo livello sono un impegno grande sia per i gruppi che per gli allievi, impegno che spesso non viene ricompensato da una partecipazione soddisfacente degli allievi (spesso solo 3-4 per non dire di meno!) o di quegli allievi che dopo il corso “non restano”.
L’impegno è notevole per gli allievi per diversi motivi: difficoltà ad impegnare tutti i week end di un mese per il corso, elevato livello tecnico di un corso per chi parte con poca attitudine o prestanza fisica (o psicologica!.. paura delle altezze ad es.), impegno economico non sostenibile soprattutto dalle fasce più giovani che … sono quelle che spesso ricerchiamo!!! Un’unica occasione all’anno per iniziare a fare speleologia ( quella del corso appunto).
L’impegno del Gruppo di Marostica sta cercando proprio di andare incontro alle persone superando questi limiti di un corso classico e molti gruppi ne stanno seguendo le orme sperimentando anche loro “open day” “facciamo anche noi open day” una giornata di modesto impegno per avvicinare le persone alla speleologia.
Noi non li chiamiamo neanche più open day ma escursioni didattiche perché spesso molti si dimenticano che far conoscere una grotta ad un neofita non vuol dire solo “portarlo” in grotta ma “fargli capire” cos’è una grotta.
Il punto però è che non basta l’open day o qualsivoglia evento propedeutico o sostitutivo ad un corso classico e l’esperienza mi ha insegnato che più che di “struttura didattica” bisogna parlare di “spirito”, mi spiego subito.
Il successo che stiamo ottenendo a Marostica non deriva dal fatto che abbiamo strutturato una serie di particolari eventi didattici per neofiti, ma dallo spirito e dalla voglia di trasmettere a quanti più possibile la speleologia.
Tutti coloro che vogliono organizzare open day devono porsi una unica domanda per sapere se quell’evento ha senso organizzarlo o meno, se avrà successo o non avrà un seguito: dopo l’open day si è disposti a sacrificare una parte importante del proprio tempo per fare crescere le persone che vi hanno partecipato e sono rimaste interessate? Facendole crescere in base alle singole specificità di ciascuna? Se la risposta è no allora meglio lasciare perdere.
Se la risposta è invece: “si perché oltre ad esplorare, documentare e studiare una grotta mi fa molto piacere far crescere nuovi speleologi” allora qualunque evento, che sia o no un open day avrà un successo incredibile.
E’ del resto la stessa differenza tra l’istruttore e l’istruttore pataccaro non importa di quale scuola, CAI, SSI o altro. L’istruttore vero, quello che è istruttore anche fuori dai corsi è quella persona che si sente la missione di trasmettere agli altri quello che sa e che vuole trasmettere a tutti, sia a coloro che sembrano già portati per la speleologia sia a quelli meno portati.
L’istruttore vero non esclude persone dai corsi perché “non capaci” ma al contrario non dorme la notte per trovare soluzioni adatte ai meno avantaggiati. Quelli che si discostano da questo spirito sono a mio avviso solo istruttori per patacca e non attireranno a se se non altri pataccari come loro.
Sono la vergogna delle scuole e sono istruttori solo ai corsi. Risolvere il dilemma di trovare qualcosa di alternativo ai corsi classici o comunque qualcosa per avvicinare più gente alla speleologia risponde alla domanda se ci si sente istruttori o istruttori pataccari e questa è una domanda non solo per i titolati delle scuole sia chiaro! Ogni speleologo ognuno di noi ha il suo bagaglio da trasmettere a chi non è speleologo.
Quando noi a Marostica pensiamo a cosa fare nei week end prossimi cerchiamo di programmare attività per tutti: un week end si esplora, un altro si fa formazione per i nuovi, un altro si fa formazione per quelli già ad un certo livello, un altro week end si fa studio o documentazione. E’ faticoso ovviamente, richiede sacrificio, ma lo facciamo con estremo piacere.
Questo è a mio avviso l’unico nostro punto di forza, l’unica cosa da imitare, che ci porta a fare coinvolgere ad ogni occasione decine di persone molte delle quali poi vogliono continuare e comunque… cosa importa anche se una persona prova ma non vuole fare altro? Lo spirito deve essere quello di voler arrivare a far conoscere le grotte a quanti più possibile. Quando poi sento di open day per “selezionare” gente, no no, proprio non ci siamo, “selezionare”??? Ancora “selezionare”??? ??? E chi rimarrà? Nel nostro gruppo abbiamo speleologi che all’inizio per le loro paure non avrebbero mai superato la prima uscita di un corso. Non sarebbero mai diventati speleologi nell’ottica del “cercare gente predisposta”.
Li abbiamo fatti crescere con i loro tempi e con metodi tutti personalizzati, ci siamo dedicati a loro e a distanza di un anno queste persone girano l’Italia, si fanno abissi, stanno già armando…
Il classico istruttore pataccaro avrebbe detto loro “guarda la speleologia non fa per te”. Dunque, non credo sia solo una questione di cercare strutture didattiche innovative rivolte ai neofiti, quanto sviluppare uno spirito che voglia trasmettere a quanti più possibile il mondo delle grotte, il resto verrà da se. Ovviamente è un parere del tutto personale ma è, tradotto in parole, la chiave vera del nostro successo.
INS-SNSCAI Valentina Tiberi
Gruppo Speleologico CAI Marostica i barbastrji
www.speleologia.biz

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