Scherzi di Aladino….

Di

Nov 10, 2013

Alle 8.30 ci troviamo al solito bar di Daone. Sto giro siamo in 7, oltre a Luca Pedrali, Mauri e Fallo di accento bresciano ci sono i lavisotti Gianni, Carlo e Michele più il sottoscritto.
Saliamo veloci alla malga, stimolati da una pioggerellina sottile e aiutati dal fatto che le bombole per l’immersione son state lasciate al sifone la volta precedente.
Verso le 11.30 tra uno scroscio di pioggia e l altro percorriamo il sentiero tra la base esterna e la grotta riuscendo a entrare senza bagnarci.
In 4 ore siamo al fondo e Luca si prepara.
È carico a molla, tra una battuta e l’altra si stempera la tensione e, appena pronto si immerge.
È la terza volta nell’ultimo mese che ripete l’esperienza quà dentro…
Se l’obbiettivo della prima era passare il sifone e quello della seconda (insieme a Gigi Casati) armare e risalire dall’altra stavolta cercherà di continuare l’esplorazione in acqua tentando di andar oltre l’uscita aerea infilandosi nel bypass intravisto in precedenza, anche per capire da dove sia arrivato chi ha lasciato dentro l’ormai famosa corda..
Inganniamo l’attesa chiaccherando e contando i minuti, la speranza di congiunzione con l’esterno non è tanto remota, mancano 250m in pianta e una trentina in dislivello, se riesce a far calare ste distanze il sogno potrebbe continuare.
È passata ormai un ora e lo sentiamo tornare, esce dall’ acqua imprecando con Aladino e le strettoie.
Ci racconta di aver provato il passaggio sotto la selletta ma che terminava su una finestra dal diametro impercorribile, di esser quindi risalito in aerea e ridisceso oltre per provare comunque a continuare, di essersi infilato nella spaccatura che però sotto inesorabilmente stringe troppo.
Di aver visto la finestrella che aveva provato a forzare dall’altra e che insomma il secondo sifone chiude sul primo.
Di aver cercato ogni via possibile ma non aver trovato modo di proseguire e che insomma il sogno è infranto, o se dovrà essere, non passa dal sifone Smeraldo e che chi ha lasciato la corda deve essere entrato da quì.
Mentre prepariamo i materiali per l’uscita continuiamo a parlarne e a farci raccontare particolari e, dopo la pausa ristoratrice alla solita saletta, ci dividiamo i carichi e partiamo.
Sono le 17 passate, la grotta è abbastanza bagnata, e con l’entusiasmo spento dai fatti, freddo, fatica e stanchezza si fanno sentire.
Tra le 22 e le 23 siamo comunque tutti fuori, trovando come sorpresa tutto imbiancato da una debole nevicata.
Cambiati e asciutti, col fuoco acceso, alla malga si sta anche bene ma, non avendo portato quanto serve per passar la notte siamo nuovamente zaino in spalla direzione malga Nova, dove abbiamo le macchine.
Non sappiamo ancora che, una volta arrivati ci sarebbe stata un altra…sorpresa.
A mezzanotte e mezza scopro di non aver le chiavi della mia jeep, sicuramente andate perse lungo il sentiero di rientro, il telefono non ha campo e le chiavi della macchina di Luca..sono nel cassettino della mia…
Grazie a una tacca del segnale wind del telefono di Andrea riesco a parlare con casa per chiedere a mio figlio di portar su la copia.
Alle 2 e mezza la situazione è risolta e saluto tutti..consapevole che non mi han bastonato solo per rispetto agli anziani..
Dormo su e al mattino (stamattina) rifaccio il percorso inverso…checcavoli, non per le chiavi ma è una questione di principio.
Le trovo nella neve, a lato del sentiero, a poca distanza da malga Casinei, perse praticamente appena partito.
Vabbè..almeno se chiederanno a chi c’era cosa ha fatto sto we non avranno da parlare “solo” dell’uscita in grotta…
Alle 14 mi telefona Luca chiedendo di scrivere la relazione e non posso dirgli di no.
Dice di ringraziare tutti, che la cosa è stata impegnativa, oltre che per la sua parte, anche per quanto c’era da trasportare e che siam stati una bella squadra.
Da parte mia sò che al prossimo raduno dovrò portare un fusto di birra.
Ma la grotta come sempre…continua.

Di

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *