Articolo del “Messaggero” di domenica 13 Luglio 2003, di MAURIZIO TROCCOLI

E’ pronto sul tavolo dei tecnici della Regione il progetto di valorizzazione della grotta di monte Cucco e si accendono subito le polemiche. E’ un vero polverone quello che sta per sollevarsi sul problema della ”valorizzazione” o meno della grotta. Da un lato ci sono il comune di Costacciaro, insieme alla Comunità Montana, decisi sulla necessità di questi interventi di modifica sul territorio. L’altro fronte è invece rappresentato dalle federazioni di speleologi, dal gruppo ambientalista, dal Cai delle Marche e di Gubbio e
da diversi cittadini. Ma cosa c’è che bolle nel pentolone? Il progetto di valorizzazione della grotta di Monte Cucco prevede la possibilità di rendere libero l’accesso al pubblico. Si tratterebbe più precisamente, secondo quello che è scritto sul progetto, di aprire la grotta ad un flusso turistico di persone che si aggirerebbe intorno a 9000 ospiti l’anno.
Quali sarebbero i costi di questa operazione?
Il progetto, nella sua prima edizione, prevedeva una spesa pari a 1 miliardo e 800 milioni delle vecchie lire. Oggi il costo è lievitato a 1.140.000 euro, ovvero circa 2 miliardi e 200 milioni delle vecchie lire. Ecco che nascono i primi problemi: «Dove saranno presi i circa 403 milioni e 500 mila delle vecchie lire?». A chiederselo sono quelli del fronte del no che, oltre a non essere d’accordo sulle cifre, sostengono l’inutilità di questi lavori e lo spreco di risorse economiche. Più in dettaglio il fronte del no sostiene che « gli enti coinvolti – parla Renato Salvatori, esponente del centro speleologico – si troveranno in ,mano un pugno di mosche. Questo vale anche per la Regione Umbria che prima istituisce un Parco regionale, poi ne fa un territorio in cui vengono coltivati interessi di pochi a discapito di una buona gestione del territorio». Il fronte del no, in sostanza teme: I danni sull’ambiente che, a parer loro, deriveranno dagli sbancamenti per il passaggio di veicoli e fuoristrada, l’impatto ambientale derivante dalle strutture degli impianti elettrici, lo spreco di risorse per la manutenzione delle apparecchiature e dei macchinari, nonchè la costruzione azzardata di un nuovo ingresso alla grotta che non è mai esistito. « l’ennesima cattedrale nel deserto – aggiunge Salvatori – eretta a ricordare l’avidità e la stupidità degli uomini». Quali sono invece le ragioni dei favorevoli?
L’idea è quella di un rilancio turistico sia per il Comune di Costacciaro che per l’intero comprensorio. Il progetto prevede infatti una utenza di circa 9000 turisti l’anno, in un periodo di 4 mesi, ovvero da giugno a settembre. Oltre a stimolare il turismo della zona questo progetto prevede anche l’assunzione di personale. Quanti saranno gli assunti? E’ previsto l’impiego di 8 persone, 6 guide e 2 conduttori di fuori strada.
Questo progetto ha bisogno dei fondi europei, e a rendere ancora più complicata l’impresa c’è il fatto che il monte Cucco è anche un importante acquifero carbonatico utile a 350.000 utenti. L’acquifero contribuisce alla vulnerabilità del territorio in cui è situato. Il fronte del no propone di sviluppare l’escursionismo speleologico per poter valutare e potenziare la fruibilità della grotta. «Questo non è stato fatto – conclude Salvatori -. Non sarà che l’interesse principale è quello di attingere a fondi pubblici con la volontà esplicita di realizzare opere inutili?».

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