Incomincio ad essere preoccupato, non tanto per me, quanto per la speleologia. Sono sempre stato un buonista, un troppo buonista, tanto da ricordarmi ancora la frase “nonostante tutto credo ancora nell’infinita bontà dell’uomo”; era scritta su un libro che ho letto ormai una ventina di anni fa, era “Il Diario di Anna Frank”, giuro che c’e’ quella frase, bisogna che la metto sulla scintilena, invece di “una luce nel buio”, ci starebbe proprio bene questa. Forse aiuterebbe a capire a qualcuno.

Il problema è farlo capire senza che si incazzi nessuno, e questo è molto difficile. Resterò sul vago.
Fino a tre o quattro anni fa, pensavo che la speleolgoia fosse una cosa sola, andare nelle grotte, studiarle, tutelarle e così sia. Poi un giorno sono uscito dal bozzolo con questa cosa qui che state leggendo. Dissi a quell’epoca: molti fanno speleologia con pochissima visibilità, cerco di dare visibilità alla speleologia. A tutta la speleologia. Sapevo pressappoco che c’erano delle divisioni, locali, tra gruppi, tra correnti, tra regioni, tra persone, ma la cosa che mi ha sorpreso è che praticamente ovunque ci sono le divisioni!
In un mondo diviso, in una società divisa, era normale aspettarsi questo, ma pensavo che il fatto di condividere una passione comune avvicinasse le persone, ma così non è affatto.
Questo può influenzare molto le persone che fanno parte di una fazione o dell’altra, e spesso si rimane per tutta la vita con una fazione vedendo l’altro come il demonio o come quello che vuole sempre mettertelo nel culo. Chi è l’altra fazione? Bho, generalmente qualcuno a noi lontano che, in passato, o anche in tempi recenti, ce lo ha messo nel culo, oppure l’ha messo nel culo a qualche vecchio del nostro gruppo, quindi per non essere da meno ci ritroviamo impegnati a restituire cattive azioni, tanto da metterlo nel culo prima o poi a qualcun altro che casualmente si trovava a passare dalla parte opposta della barricata.
Proprio barricata! Ogni fazione ha la sua bella trincea, il magazzino viveri, i soldati, i comandanti, i generali, il postino, tutti hanno un ruolo ben preciso in questa guerra di trincea, ci sono pure le spie! Eh si, pure le spie a cui bisogna stare attenti. Generalmente queste cose funzionano, almeno credo che funzionino visto che andiamo avanti da decenni in questo modo, costruiamo dalla nostra parte, e sprechiamo pure un sacco di energia per vedere cosa fanno dall’altra parte e ci alambicchiamo il cervello per capire dove sta il confine e chi sono le spie e come possiamo incularci gli altri senza farci inculare. Ah..
Mentre tutti sono impegnati in questa febbre da incularella, il mondo intorno a noi fortunatamente va avanti, ignorando bellamente le nostre tattiche, i giri, le amicizie, e continua a domandarsi soltanto cosa è che ci spinge ad andare sottoterra, loro sempliciotti non speleologi ignorano che ci sono i generali pronti a dar battaglia, ignorano le medaglie al merito, ignorano tutto, fuori sanno vagamente che esistono le grotte e gente che ci va dentro.
Quelli fuori dalla speleologia, il 99% della popolazione umana, nel frattempo hanno concepito internet, che è un sistema libero (tranne che in Cina, a Cuba e in alcuni paesi Arabi) di scambio di informazioni. C’e’ gente (incredibile) che senza essere pagata mette a disposizione la sua conoscenza per far crescere la cultura, per far conoscere cose che nessuno conoscerebbe.
Anch’io sull’onda dell’entusiasmo ho cominciato a scrivere di speleologia, con una mentalità internettiana, quella del libero scambio di informazioni, gratuito, per tutti. Ma che ci scrivo? Semplice, quello che so’. Così capita che la fazione gialla fa sapere che ha fatto una scoperta, e io scrivo che la fazione gialla ha fatto una scoperta. Poi vengo a sapere che la fazione a pallini rossi pubblica un libro, e scrivo che è stato pubblicato il libro.
Parecchia gente non capisce come questo sia possibile senza che io sia giallo, o a pallini rossi.
Scatolini ha scritto che i gialli hanno fatto questa scoperta, Scatolini è giallo, nemico di quelli a pallini rossi. Scatolini ha scritto anche che i pallini rossi hanno fatto il libro, allora Scatolini è un pò ambiguo, è uno di cui non ci si può fidare, è una spia, uno da tenere d’occhio.
A Scatoli’ ma che ‘tte stai a ‘nventà? Non mi stò inventando niente, questa storia si ripete, spesso senza che io sappia niente, in quasi tutti gli ambiti in cui vado a pubblicare notizie, basta che ci sia una divisione di persone su quell’argomento, automaticamente vengo etichettato, nemico, amico o ambiguo.
Adesso devo dirvi da che parte stò, molti di voi se lo staranno chiedendo… : “Stò dalla parte della speleologia.”
Saluti a tutti. Andrea Scatolini

3 pensiero su “Sfogo personale – Ma Scatolini da che parte sta?”
  1. Sei un puro, siamo in pochi. Fregatene e continua così con le striscie, i pallini, i quadretti, i pois e altro ancora. Sta alla capacità critica della gente il compito di discernere e capire, se hanno quella rara capacità. Intanto grazie per il lavoro che fai (che nessuno ti ha chiesto di fare, ricordiamolo).

  2. Con una parafrasi, “Le notizie separate dalle opinioni”. Ecco l’essenza di Scintilena per la quale noi speleologi dobbiamo continuare ad essere grati ad Andrea Scatolini. È vero che da sempre il nostro ambiente speleologico è diviso da rivalità, invidie, egoismi ecc, ma proprio questa condizione valorizza l’insostituibile lavoro di Andrea che, gratis, ci informa per essere edotti lasciandoci liberi nella consapevolezza di farcene liberamente un’opinione. In un mondo condizionato dal contrasto tra comportamenti professionali e professionisti fortunatamente c’è ancora però qualche isola felice che merita di essere maggiormente valorizzata.

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