Luigi Vittorio Bertarelli, speleologo, A 35 anni, è tra i fondatori del Touring Club Ciclistico Italiano, dal 1900 Touring Club Italiano.

Milano il 21 giugno 1859 –
Milano, 19 gennaio 1926

Secondo di quattro fratelli. Orfano di padre a dieci anni, dimostra già nell’infanzia e nella pubertà un notevole spirito di avventura, non disgiunto da un ardente desiderio di conoscere. A 35 anni, nel 1894, è tra i fondatori del Touring Club Ciclistico Italiano (dal 1900 Touring Club Italiano), per il quale compila e pubblica numerose guide e itinerari. Nel 1906 ne diviene vicepresidente, nel 1919 presidente, incarico che manterrà sino alla morte, avvenuta nel gennaio 1926.
Il suo primo contatto con le esplorazioni sotterranee avviene alla Grotta del Remeron a 41 anni, esperienza di cui lascia traccia in una arguta nota.
La speleologia non sarà per lui soltanto un’esperienza, ma bensì “il suo ultimo grande amore”.
A 60 anni, terminata la Grande Guerra, scopre il Carso sotterraneo e scende in numerose grotte (San Canziano sino al Lago Morto – è la seconda discesa dopo il 1890 –, Grotta Sottocorona, Grotta di Corgnale, Voragine dei Corvi, Abisso di Trebiciano, numerose grotte fra Gabrovizza e Slivia), eseguendo visite ed esplorazioni che avrebbero sfiancato moltissimi giovani.
Fra le esplorazioni degne di menzione si possono citare quella al Bus de la Lum nell’agosto 1924, e quella dell’Abisso di Raspo – che poi porterà il suo nome – ove nel Novembre dello stesso anno rimase al posto di manovra, a quota -260, per ben 16 ore.
Conscio del valore paesaggistico del Carso Sotterraneo, già nel marzo 1919 lancia l’idea di un “Parco Nazionale Sotterraneo”, idea che continuerà a propagandare negli anni seguenti.
Presa a cuore la sorte delle Grotte di Postumia, riesce a far riaprire e valorizzare le grotte.
Provvede personalmente all’esplorazione di nuovi rami delle grotte e sostiene con entusiasmo un progetto di turisticizzazione delle grotte di Postumia, che prevedeva un percorso di più di 10 km tra gallerie, ponti e raccordi, da percorrere parte in treno, parte a piedi e parte in battello.
Sempre nell’ottica della valorizzazione di questo patrimonio paesaggistico organizza delle “settimane speleologiche”, lanciando vari appelli affinché venissero intensificate in Italia le ricerche speleologiche, ricerche di cui traccia addirittura un programma di massima.
Parla nel 1923 di un Istituto Scientifico Speleologico, il futuro Istituto Italiano di Speleologia, progetta di pubblicare un opera che illustri le cose più notevoli d’Italia, opera in cui dovrebbero trovare ampio spazio le grotte e la speleologia; scrive molto, la sua opera maggiore rimane “Duemila Grotte”, volume scritto insieme ad Eugenio Boegan, che contribuì notevolmente alla diffusione della speleologia in Italia.
Ottimo organizzatore, buon scrittore, lavoratore instancabile, negli ultimi anni della sua vita fu soprattutto uno speleologo, la cui intensa attività esplorativa lo porterà a dire, parafrasando Goethe, “solo ora, il Carso è per me una terra che comincio a comprendere”.

Biblioteca Virtuale di Luigi Vittorio Bertarelli, a cura di Graziano Ferrari:
http://www.gwferrari.it/RivisteSpeleo/BiblioBertarelli/BiblioBertarelli.html

Fonte: https://www.boegan.it/2009/12/luigi-vittorio-bertarelli/

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