A cura dell’ Ufficio Stampa “Cervelli in Azione”

SPELEOLOGIA E LIBRI
Ieri a Negrar presentati tre volumi dedicati al mondo sotterraneo

Tra i molti eventi di Speleolessinia2011, la giornata di ieri ha visto anche la presentazione di tre libri, che, con tre approcci diversi rappresentano il Mondo del Buio. Nella mattinata sono stati presentati “Luci nel Buio” di Sandro Sedran, dedicato alla speleologia veneta e il libro fotografico “Buco Cattivo” di Giampaolo Zaniboni e Simone Cerioni. Il racconto per immagini delle grotte di Sedran, frutto di quasi due anni di lavoro in 26 cavità del territorio veneto, si propone come una vera e propria guida, corredata di indicazioni per raggiungere i siti, di informazioni geologiche e di consigli su come realizzare fotografie in grotta. L’autore Sandro Sedran ha auspicato che le circa 300 fotografie contenute nel libro possano invogliare i lettori ad andare a visitare di persona i siti rappresentati.

Il libro fotografico di Zaniboni e Cerioni, nato su un progetto dell’associazione Speleologica Genga San Vittore (AN), frutto anch’esso di due anni di lavoro, è dedicato completamente alla storica grotta del “Buco Cattivo” nelle Marche, manifestata in tutta la sua bellezza in circa 200 splendide fotografie, selezionate fra le oltre 2.000 scattate in 20 uscite. Un lavoro imponente, a cui hanno partecipato circa 30 persone, per la realizzazione del quale sono stati percorsi oltre 14 km di dislivello totale interno per entrare e uscire dalle grotte e sono stati percorsi oltre 130 km in grotta.

Nel pomeriggio è stata la volta della presentazione di un libro molto atteso: “La Spluga della Preta- 25 anni di esplorazioni e ricerche, dall’Oca ad oggi” di Giuseppe Troncon, Francesco Sauro e Giorgio Annichini. Il volume ricorda l’imponente operazione di pulizia della grotta della Spluga della Preta, denominata “Corno d’Aquilio”, dalla quale sono passati vent’anni, ricordati con una targa posta alla base del primo pozzo dallo stesso Troncon, promotore dell’operazione originale. Il volume, oltre ricordare quella che è considerata la più importante operazione di bonifica ipogea italiana, contiene un’enorme quantità di dati scientifici. Quella dell’ O.C.A. fu un’operazione multidisciplinare di cui la bonifica fu solo la punta. Fino a quel momento la grotta della Spluga era stata usata come una discarica: i partecipante alla bonifica portarono in superficie, in oltre 22.000 ore di lavoro e in circa 110 uscite, oltre 800 sacchi di rifiuti, per un totale di quasi quattro tonnellate di materiale recuperato. Dopo i ricordi di alcuni dei partecipanti all’operazione originale, un commosso Troncon ha ringraziato le centinaia di persone, arrivate anche dall’estero, che contribuirono, con grande fatica e dedizione, alla realizzazione dell’O.C.A. La presentazione del libro si è conclusa con la consegna di una targa, da parte del Presidente della Società Speleologica Italiana, Giampietro Marchesi, a Giuseppe Troncon, eletto socio onorario per acclamazione, per essere stato “il primo ad essere passato dalle parole ai fatti nella protezione del mondo sottorraneo”.

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