Dopo il primo spettacolare cratere trovato in Siberia, apertosi improvvisamente in una zona remota, di cui ci eravamo occupati anche su Scintilena, ecco che grazie all’uso delle immagini satellitari ne sbucano altri venti tra supposti, presunti e certi, nel nord della Russia, scoperti da un gruppo di studiosi e ricercatori.

Lo scenziato Professor Vasily Bogoyavlensky di Mosca ha definito questa ricerca come ‘una chiamata urgente’, il titolo che richiama al mistero in realtá ha poco da nascondere perchè stiamo assistendo a fenomeni scientifici.

Finora erano stati studiati solo tre grandi crateri di cui siamo a conoscenza dell’esistenza nel nord della Russia, su cui vennero fatte l’altr’anno alcune ipotesi riguardanti la loro formazione, da ricondurre ai cambiamenti climatici e al riscaldamento del permafrost, con sopralluoghi sul posto, esterni ed interni, condotti insieme agli speleologi, che hanno fatto luce su questi fenomeni che hanno a che fare con il rilascio di gas dovuto alle inusuali temperature raggiunte.

Altri due nuovi grandi crateri giá conosciuti come funnels dai ricercatori, si sono formati all’interno di laghi.

Con l’uso delle immagini satellitari e con l’aiuto di esperti russi, si sta scoprendo che i crateri in realtá sono molti di più e che questo fenomeno non é solo recente, arrivando ad individuare una ventina di mini crateri.

Cinque di questi si aprono nella penisola di Yamal, dove é stato avvistato il primo l’anno scorso, e uno si apre a nord della regione di Krasnoyarsk, vicino la penisola di Taimyr.

A causa delle distanze, della geografia dei luoghi così remoti, si conosce l’esatta ubicazione di alcuni di essi, mentre gli altri devono essere ancora raggiunti ed esplorati, anzi lo scienziato russo é convinto che da un’indagine sul posto si scoprirebbero molti più crateri rispetto a quello che é stato possibile trovare con le foto satellitari.

‘I crateri spuntano come funghi, probabilmente ce ne saranno altri venti o trenta’

Lo studioso é un esperto della ricerca di gas sotterraneo, ma questo studio si sta portando avanti perchè i crateri che si aprono improvvisamente costituiscono ovviamente un pericolo latente costante.

Dalle immagini satellitari é possibile notare che vicino ad uno dei crateri più famosi per la sua grandezza, a 30 km circa da Bovanenkovo, ci sono due potenziali pericoli costituiti da due punti di emissione di gas sotterraneo. Questi fenomeni devono essere studiati, ma costituiscono un pericolo per i ricercatori stessi, perché le emissioni improvvise di gas e le esplosioni sicuramente continueranno nel tempo, ma non si sa quando e dove avverranno, ne sappiamo bene cosa può succedere dentro.
Per fare un esempio, durante la spedizione dello scorso anno con il sopralluogo presso lo spettacolare cratere di Yamal, Vladimir Pushkarev, direttore del Centro Russo delle Esplorazioni Artiche, guidò la prima spedizione all’interno di un cratere formato da emissioni gassose.
Molti di questi studi espongono gli scienziati a rischi molto alti perché non si può escludere il pericolo di nuove emissioni di gas.

Il Professor Bogoyavlensky dice che uno dei crateri più interessanti é quello che hanno classificato con la sigla B2, situato a circa 10 km a sud di Bovanenkovo: dalle immagini satellitari risulta che é un grande lago, costituito da più di 20 crateri riempiti d’acqua.

Studiando le immagini dei satelliti, inizialmente non era evidente che i crateri fossero pieni di acqua, ma con gli studi successivi é risultato evidente che molti laghi di 50/100 metri di diametro siano crateri.

L’esplorazione e l’accatastamento di questi crateri é continua e procede spedita, e include voragini di diverse misure, da quelle larghe decine di metri fino a solo due metri di diametro, probabilmente piccoli crateri in formazione. Allo stato attuale delle ricerche, non si ha una statistica sulle probabilitá di apertura di nuove voragini, ne in estate, ne in inverno.

Le ricerche, sviluppate da Gazprom, si stanno concentrando sul cratere B2, che é quello più interessante perché probabilmente in via di formazione, con emissioni di gas, e anche quello logisticamente più comodo.

Il fenomeno delle emissioni gassose che provocano la formazione di questi crateri non é limitata alla penisola di Yamal, in quanto il processo di degassificazione del permafrost é evidente in molte altre zone della Russia ed é iniziato circa 45 anni fa. Il fenomeno va studiato e seguito per evitare possibili disastri.

Nessuno sa cosa stia accadendo di preciso sotto la superfice nei pressi di questi crateri, alcune volte si avvertono scosse sismiche, piccoli terremoti dovuti all’apertura di crateri.

É importante non creare allarmismo tra la popolazione, ma il fenomeno deve essere sicuramente studiato.

In un articolo su una rivista specializzata per perforazioni e petrolio, il professore parla di esplosioni sotterranee, e non di una significativa erosione, dovute a concentrazioni di gas metano del 10/15 per cento, percentuale abbastanza alta e sufficiente per innescare esplosioni violente come quella che ha causato l’apertura improvvisa del cratere di Yamal lo scorso anno.

Le alte concentrazioni di gas metano che si accumulano per lo scioglimento del ghiaccio presente nel permafrost probabilmente stanno creando spazi sotterranei rilevanti, che con il tempo possono riempirsi d’acqua, ma spesso le emissioni possono essere più pericolose, come testimoniano gli abitanti di Antipayuta che raccontano di aver visto un lampo, che probabilmente é quello dell’esplosione che ha generato il cratere B4.

Gli studiosi adesso devono trovare le risposte ad alcune domande fondamentali: quali sono le aree a rischio e le condizioni più pericolose? É importante arrivare a queste conclusioni per la sicurezza delle persone e degli impianti petroliferi presenti nella zona.

I fenomeni più grandi possono raggiungere i 70 metri di profondita e i 600 metri di larghezza.

La fonte della notizia e foto mozzafiato, qui:
http://siberiantimes.com

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