Giornale di Vicenza di Martedì 4 Febbraio 2003
Grazie al tempestivo salvataggio sta meglio lo speleologo intossicato in una caverna a Sasso di Asiago
In grotta soccorsi sprint
Le prime cure praticate già sul posto dell’infortunio

di Cristiano Carli

Ieri Matteo Scapin, il trentenne membro del Gruppo Speleologico di Malo
che domenica è rimasto intossicato in una grotta nelle vicinanze della frazione Sasso (Asiago), era ancora in osservazione all’ospedale di Asiago ma le sue condizioni non destano ormai preoccupazione. A trarlo in salvo, i volontari delle squadre di Vicenza e Verona del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas), dopo che un compagno dello Scapin aveva dato l’allarme.
Un mondo sicuramente affascinante quello sotterraneo, ma come ha dimostrato l’incidente di domenica, non privo di rischi. In questo caso si trattava di una persona esperta e non incline a imprudenze o improvvisazioni; si è verificata una fatalità dovuta alla concentrazione di monossido di carbonio rilasciato dal generatore che alimentava un trapano usato per attrezzare di chiodi la grotta, in vista di successive escursioni. Tuttavia accade a volte che si debba intervenire per soccorrere degli ‘avventurieri’ solitari,
ma per fortuna non molto spesso. “Il turismo speleologico” spiega Paolo
Verico, addetto stampa del 6° Gruppo del Cnsas, che copre il Veneto e il Trentino Alto Adige, “in Italia non è molto sviluppato, com’è ad esempio in Francia. Quasi tutti svolgono questa attività in gruppi speleologici
organizzati; in Veneto ce ne sono trenta, dei quali otto in privincia di
Vicenza. Il nostro consiglio è quello di aderire a uno di questi gruppi
o almeno seguire dei corsi che vengono organizzati periodicamente”. Un numero
elevato di appassionati dunque, giustificato dall’alto numero di grotte
presente nel nostro territorio. “In Veneto” continua Verico, “ce ne sono
quasi settemila, delle quali la metà nel Vicentino. E molte di queste non
sono ancora state esplorate: ogni anno ne vengono censite dalle cento alle
duecento”. Ma visto che anche ad uno speleologo esperto può accadere di
avere un incidente in grotta, qual è la procedura da seguire in caso di
difficoltà? “Il Soccorso Alpino e Speleologico è convenzionato con il servizio
di emergenza sanitaria, quindi si può chiamare il 118. Ma è bene conoscere
anche i numeri telefonici utili che ogni anno pubblichiamo in un pieghevole
distribuito a tutti i gruppi speleologici”. Il Soccorso Alpino e Speleologico
conta in Veneto un centinaio di volontari che, soprattutto nell’ultimo decennio,
si sono attrezzati con mezzi molto moderni e ogni intervento viene effettuato
con la presenza di medici e infermieri, in modo da poter prestare eventuali
cure già sul posto, all’interno della grotta. Proprio com’è successo domenica:
un esempio di intervento perfettamente riuscito.

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