Cosa fa uno speleologo per sfuggire ai banali festeggiamenti di ferragosto? O partecipa a qualche campo speleo o meglio ancora, decide di cavalcare l’onda delle nuove esperienze. Dai programmi postati e letti su Scintilena, “Terra a Cuore Aperto” è indubbiamente la novità dell’estate 2012. Per chi ama la speleologia e la subacquea, viaggiare dalla Sicilia alla Puglia per immergersi in una grotta marina ed ammirare al suo interno le fotografie degli amici del Team La Salle non può che esser l’ennesima idea delirante. C’è da dire che dopo aver preso parte alla spedizione del Team la Salle a Cuba, aderendo al “Progetto Bellamar 2012”, ormai il contagio del virus “cubanite de La Salle” è ufficiale, e nessuna cura sembra essere più efficace per la mia salute. Andare a Nardò non può che essere il sintomo della “malattia La Salle”, ma sinceramente, in cuor mio, spero che ne scoppi un’epidemia! Non si tratta certo di una comune follia, ma di una specifica “speleo psicosi”, che solo a voi lettori di Scintilena è possibile comprendere. Una mostra fotografica subacquea, all’interno di una grotta marina…con scatti artistici e stupendi che mostrano le più belle grotte del nostro pianeta…è proprio un’ idea geniale! Il solo pensiero mi ha condotta a Nardò, con il solo scopo di aggregarmi a questa “immersione speciale”, pensando di trovare un comunissimo paesino pugliese. Ma Nardò si è rivelato tutt’altro, mostrandosi in tutto il suo splendore paesaggistico e marino. Una macchia mediterranea non intaccata dall’uomo, quasi primitiva, per non dire selvaggia, ed un mare incantevole coronato da una scogliera mozzafiato. Quando poi all’accoglienza c’è la splendida speleo-famiglia Danieli, la permanenza a Nardò, seppure breve, diventa di colpo un bel viaggio. Che dire…l‘immersione con Antonio Danieli l’autore della mostra fotografica è stato un onore, un’esperienza unica, resa straordinaria anche dalla presenza del noto speleosub Raffaele Onorato , autore del recente libro che suggerisco, anche se ancora devo leggere…: “Dove osano le anguille ovvero racconti di uno speleosub”. Bisogna ammettere che quando s’incontrano delle persone speciali, con cui si condividono varie esperienze e passioni, come la subacquea e la speleologia, allora tutto il resto comune del genere umano diventa quasi banale. Immergersi, entrare in una grotta marina a fianco del duetto Danieli/Onorato, significa provare forti emozioni e vedere meraviglie naturali…che neanche un turista al Museo del Louvre di Parigi può immaginare. Nulla togliendo alla Gioconda, ma vedere Armando Lazzari su uno scatto artistico di Danieli, immerso all’interno di una grotta marina, è stata davvero un’ emozione! Si tratta veramente di dieci capolavori…esposti e custiditi gelosamente da una grotta marina, che sembra davvero selezionare i visitatori. Tutta la mostra sembra un’ ascesi platonica…o una descrizione dantesca: da un ingresso buio, nero, inquietante ed infernale…ad una sala interna puntellata da dieci bellissime fotografie, luminose come dieci stelle in un cielo d’inverno, per arrivare poi ad uscire dalla grotta con un tuffo su un indimenticabile mare azzurro, quasi divino. L’immersione ricorda il viaggio della vita, quell’esperienza che ogni speleologo vive ossessivamente e compulsivamente andando grotta: il passaggio dal Buio e alla Luce, dal fondo di un abisso alla superficie. E rispondendo al dubbio esistenziale del caro Andrea Scatolini detto Scat, nessuna luce illumina i pannelli delle fotografie, perché nella grotta marina di Nardò sono i nostri occhi che guardano, brillano ed illuminano quegli scatti artistici…dai quali parte un’insolita luce che si riflette e rimbalza negli occhi di chi osserva, come per invitare gli ospiti a spegnere quelle inutili torce subacquee. E’ proprio come scriveva Shakespeare sulla bellezza: “Oh, essa insegna alle torce come splendere!”. Ho vissuto un’immersione straordinaria, che, come uno scatto fotografico adesso resterà impresso piacevolmente nella mia memoria. Del resto, come dice lo stesso Antonio Danieli: “ Lo scatto deve sorprenderti! Lascia che ti sorprenda!”.
Alessandra Geraci

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