Monte Cucco, notevole l’impegno, modesti i risultati, ovvero i soliti trabocchetti giocati dal Diàntene o da altri demoni.
Riassunto delle puntate precedenti: anni novanta, Euro Puletti di Costacciaro trova un interessante imbocco nascosto nelle Balze del Cesone, tra la Valcella e l’ingresso della grotta principale, lo nomina come “Diàntene”, nome locale del diavolo. Il Gruppo Speleologico Gualdo Tadino crede in questa grotta e per tre anni mette in opera uno degli ultimi grandi scavi, penetrando per trenta metri alla ricerca di quello che potrebbe essere l’accesso alle regioni intermedie della grande grotta, zona Staffa tanto per intenderci.
Ma nell’ottobre del 1993 trovare il fondo sommerso da oltre un metro d’acqua spegne definitivamente la luce sui sogni. Solo nel 2005 uno degli ultimi speleo ancora attivi del GSGT, che intanto ha messo su famiglia, torna da quelle parti, aspetta per altri cinque anni che i figli crescano, il sogno si riaccende. 18 e 24 giugno 2010, Renato e Vittorio Carini individuano una possibile prosecuzione oltre il sifone temporaneo, in estate asciutto. Gli stessi più Elettra e Lucia e Franca, madre dei tre e moglie di Vittorio, il 29 decidono per uno scavo di minimo impatto e Franca entra in un cunicolo in salita che prosegue, sempre intasato da fango. Stessa squadra il 5 luglio, con Marco Cipolla al posto di Lucia, e si passa: la condotta in salita allarga, si sta anche in piedi ma in cima chiude.
Gli stessi più Enrico e Giovanni Bazzucchi (anche questi padre e figlio) tornano domenica 11 luglio, si scava in un ramo affluente laterale e Vittorio passa una frana sospesa ricavando un passaggio tra i sassi, smontati da sotto uno a uno. E’ la base di un camino, si risale poco per il detrito, poi su di un terrazzino formato da massi sospesi e si resta con sopra un vuoto di una decina di metri per oltre due di diametro e un paio di finestre, una a metà e una in cima.
Si torna il 17, Mirco Berardi di Scheggia (con Vittorio Carini, Franca Ruzziconi, Renato Carini, Euro Puletti) arrampica con maestria, ma continuazioni non ci sono. Peccato, tutto da rifare, per ora la Buca del Diàntene 857 UPG è solo raddoppiata nei dati metrici: il rilievo completato da Renato e Vittorio Carini il 26 agosto somma m 73,5 di sviluppo spaziale, in pianta m 53,5, dislivello totale m 20 (+12 -8). Le grotte si prendono allegramente beffa dei loro esploratori, passi il fango ed arriva la frana sospesa, passi la frana sospesa e trovi il camino, risali il camino e resti con il naso per aria, e progetti altri scavi. Il Diàntene non è finito, ha solo abilmente nascosto la strada, la ritroveremo.
Tutto iniziò con Buco Bucone, dove in fondo ai pozzi gli esploratori del GSGT vollero il nome dei “Mazzaburelli”, gli spiriti burloni della tradizione locale: destammo i demoni e questi accettarono la sfida, e già allora irrisero gli sciocchi e cocciuti mezzielfi vestiti di giallo o di rosso che turbavano il silenzio coi loro stridii e appestavano l’aria con vapori d’acetilene. Ma un giorno questi demoni burloni potrebbero annoiarsi e distrarsi quel tanto che basta per correre un tratto delle loro segrete vie.

Vittorio Carini.

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