Si terrà giovedì 3 dicembre alle ore 21.00 in live streaming la videoconferenza dal titolo “Usi Impropri (?). La fruizione delle cavità nell’iconografia antica e moderna”, organizzato dal Gruppo Speleologico Bolognese – Unione Speleologica Bolognese (GSB-USB), con Maria Luisa Garberi, socia GSB-USB e membro della Commissione Nazionale Cavità Artificiali della Società Speleologica Italiana (SSI) e Paolo Forti, socio GSB-USB e membro dell’Istituto Italiano di Speleologia.

L’evento si propone di affrontare il tema sull’utilizzo lecito o non lecito degli ambienti ipogei, partendo dalla considerazione del fatto che gli speleologi ritengono che gli usi leciti di una cavità siano l’esplorazione, la documentazione, lo studio e la sua salvaguardia.

Sin dalla più remota antichità il mondo sotterraneo è stato utilizzato per molteplici scopi: da religiosi a bellici, da curativi a sepolcrali fino ai tempi più recenti in cui le grotte sono diventate luoghi di divertimento e tra le mete preferenziali per il turismo di massa. Inoltre, le grotte hanno esercitato un fascino irresistibile dando luogo a una innumerevole serie di credenze e miti, che in parte sopravvivono anche oggi. Agli occhi degli speleologi, questo insieme di usi, può essere definito improprio?

L’evento web è a numero chiuso e aperto a tutti gli interessati.

Per ricevere il link di partecipazione è necessario iscriversi cliccando qui:
https://sway.office.com/BNkQZ5NkgJY0BBKN?ref=Link

L’evento “Usi Impropri (?). La fruizione delle cavità nell’iconografia antica e moderna”, è connesso a una omonima mostra allestita dalla Federazione Speleologica dell’Emilia-Romagna con relativa pubblicazione a cura di Maria Luisa Garberi e Paolo Forti, che raccoglie una serie di fotografie sugli usi più vari e curiosi delle grotte nel corso del tempo. Le stampe esposte sono state fornite dal Centro di Documentazione Speleologica F. Anelli.

GSB-USB: Gruppo speleologico con sede a Bologna, nato dalla federazione tra GSB (Gruppo Speleologico Bolognese) e l’USB (Unione Speleologica Bolognese), dal 2020 è Gruppo unico, costituito da 140 soci. Conduce molteplici ricerche che vanno dal reperimento delle cavità, alla loro esplorazione, al rilevamento, all’effettuazione di studi specifici, fino all’accatastamento e alla pubblicazione di quanto scoperto e studiato. La ricerca e lo studio scientifico delle cavità è condotto in stretta collaborazione con enti, istituzioni, musei e con l’ausilio di competenze esplorative, geologiche, storiche, faunistiche, biologiche, archeologiche e paletnologiche.
Il Gruppo gestisce presso il Cassero di Porta Lame P.zza VII Novembre 1944 n. 7 e 7/2 il Museo di Speleologia L. Fantini, riconosciuto dall’Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali (IBC) e registrato nella lista dei Musei della Città Metropolitana di Bologna.

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