Il fatto

Nel giugno del 1981, Alfredino Rampi, un bambino di sei anni, rimase vittima di una tragedia che fece commuovere l’Italia intera. Precipitato in fondo a un pozzo profondo ottanta metri a Vermicino, a metà strada tra Roma e Frascati, i soccorritori misero in atto una straziante sequenza di tentativi, rivelatisi tutti inutili, per salvarlo. La sua agonia durò tre giorni e riempì pagine di giornali e ore e ore di notiziari tv.

Il cadavere del piccolo Alfredo Rampi verrà recuperato un mese più tardi, l’11 luglio 1981, dopo un mese di incessanti lavori. Le cause della morte, secondo i periti, sono state un collasso cardiaco e un principio di asfissia.

(Approfondimento della notizia)

Recensione da semplice lettore

Un libro che forse soddisfa principalmente una esigenza dell’autore, il tentativo di riconciliarsi con il passato raccontando la storia che innegabilmente ha segnato il giovane speleologo e soccorritore che era e il padre che è oggi.

Il cantastorie, protagonista della cronaca sin dalle prime ore della tragedia, scava ancora oggi in quel “maledetto pozzo artesiano” e si cimenta in una prova di coraggio obiettiva e razionale che non lascia interrogativi, non impone risposte, non è frutto di opportuni e accurati montaggi.

Una ricostruzione rispettosa del dolore dei familiari e di chi quella vicenda l’ha vissuta come una sconfitta e ancora oggi si chiede se, operando diversamente, sarebbe stato possibile salvare la vita di Alfredino.

Alla storia che le telecamere hanno ampiamente documentato, è seguita l’indagine giudiziaria che ha costretto gli attori dei tentativi di salvataggio in quel fatidico incidente, a rivivere quei tre giorni per anni.

L’autore non esita a confessare i propri sentimenti, esprimere i propri princìpi, di esplorare la propria memoria per raccontare in bianco e nero, da testimone diretto, “la sua verità”.

(Una intervista a Maurizio Monteleone)

Ho incontrato la persona alla presentazione del libro a “Speleolessinia 2011”, raduno internazionale di speleologia svoltosi a Negrar (Vr) ma ho conosciuto l’uomo leggendo.

Di

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