A Gallipoli si è aperta una piccola voragine, se confrontata con quella di Città del Guatemala, di 12 metri di diametro e sei metri di profondità. Le foto lasciano intravvedere qualche vuoto sottostante. Sono state evacuate numerose famiglie e sgombrate diverse abitazioni.

Domenica la voragine si è allargata, coinvolgendo anche il piano terra di un fabbricato adiacente.

Antonio Danieli aggiunge che Gallipoli non è nuova a questi fenomeni, già nel 1999 si era verificato un crollo in una strada adiacente all’attuale crollo. Intervenirono degli speleo di Nardò, e fu fatto un rilievo topografico che metteva in grande evidenza le problematiche del sottosuolo di Gallipoli. Gli speleo locali, chiesero anche che, in fase di ripristino della voragine, venisse lasciato un accesso per permettergli periodicamente di ispezionare la cavità e di monitorare eventuali e già evidenti rischi di cedimento. Fu realizzato un tombino. Potete immaginare quale fu la nostra sorpresa quando dopo 2 anni, dopo insistenti richieste di accesso ed in ogni modo eluse, all’apertura del tombino trovammo un’unica colata di cemento. Storie italiane.

La nuova cavità non è tra quelle rilevate nel 1999, e ora c’è la corsa a richiuderla quanto prima ma ulteriori crolli hanno interrotto temporaneamente questo “tappa-subito”.
Nel ’99, il rilievo effettuato dagli speleologi nel primo settore si aggirava sui 2Km di sviluppo di cavità sotterranee sotto Gallipoli, con sale che raggiungevano anche i 10m di altezza. Mi sembra ragionevole cercare di capire cosa si celi sotto la nuova voragine, ma questa non sembra essere per il momento la priorità di chi sta intervenendo. Non ci resta che attendere gli eventi e confidare che qualcuno abbia un minimo di buonsenso e cerchi di preservare anche l’integrità strutturale del resto dei caseggiati adiacenti e avvii quanto prima uno studio serio su tutta l’area della cità nuova, ospedale compreso.

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