150 anni dell’Unità d’Italia:
NEL PUNTO PIÙ ALTO E IN QUELLO PIÙ PROFONDO DELL’APPENNINO UMBRO – MARCHIGIANO
Umbri e marchigiani uniti anche dalla grande passione per la montagna
150 anni sul Vettore

uniti per la grotta

Umbri e Marchigiani uniti dalle passioni per la speleologia e l’alpinismo, il 17 marzo, nella giornata dell’Unità d’Italia, si sono dati appuntamento sopra e sotto la montagna per commemorare l’importante ricorrenza.
Animati dalla stessa forte passione con cui i nostri padri vollero l’Unità l’Italia, una trentina di speleologi e dieci alpinisti (nonostante le pessime condizioni meteorologiche della giornata) si sono spinti oltre il buio e al di là delle vette, raggiungendo due luoghi emblematici condivisi dalle nostre due regioni: la meravigliosa grotta di Monte Cucco, che con oltre 900 metri di dislivello è la più profonda dell’Appennino Umbro Marchigiano ed il Monte Vettore, che con i suoi 2476 metri sovrasta maestoso il Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
All’iniziativa, organizzata dal Soccorso Alpino e Speleologico Umbria (SASU) e dal Soccorso Alpino e Speleologico Marche (SASM), hanno partecipato anche alpinisti e speleologi, di varie associazioni.
I partecipanti hanno voluto trasmettere un messaggio di unità a quanti condividono le stesse passioni ed ai semplici amanti della montagna.
Hanno preso riferimento al lascito dei Nativi Americani ”questa terra non ci è stata data in eredità dai nostri padri, ma ci è stata data in prestito dai nostri figli…” per ricordare, ad ognuno che si accinge ad esplorare cime o cavità che ogni angolo, ogni vetta e ogni abisso sono un pezzo della nostra Patria, della nostra storia e della nostra identità.
Portiamo nel cuore, nella mente e nello spirito questa terra da esplorare per essere più ricchi e poter abbracciare ogni altro fratello che proviene da qualsiasi altra parte d’Italia.

Silvia Sigali Parasecolo (CNSAS)

Foto:
– “Alpinisti nei pressi del Rifugio Zilioli nel Monte Vettore” foto di Paolo Panini (CNSAS)
– “Speleologi nel Salone Canin nella Grotta di Monte Cucco” foto di Cristiano Parasecolo (CNSAS)

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