Il 31 maggio 2017 è mancato Giuseppe Novelli, una delle colonne portanti del “Gruppo Speleologico Bolzaneto”, prima Istruttore Nazionale, poi Emerito.

Era un personaggio eclettico i cui interessi spaziavano dalla tecnica all’archeologia.
Nonostante i giorni passati dalla sua scomparsa non riesco a scrivere nulla: la realtà è che penso solo alla scomparsa di un amico, che è stato prima un maestro, poi un compagno di tanti momenti indimenticabili sia speleologici che di vita.
Preferisco così chiedere aiuto a Franco Repetto che come e più di me ha condiviso esperienze e amicizia con lui.

Mi dicono: scrivi due righe per Novelli. E all’improvviso un bombardamento di ricordi mi costringe nel vicolo cieco delle parole di circostanza perché il soggetto non è una persona qualunque.
No, non scriverò nulla su “Nove” degli anni magici del nostro Gruppo di Bolzaneto. Anche se la memoria corre d’istinto alla piena del Corchia, al salvataggio sul pozzo da 210 del Saragato o alla prima spedizione extra europea di un gruppo italiano in terra d’Africa a conquistare il fondo dell’Anou Bussoil.
No, mi è proprio impossibile, finirei nella retorica anche perché, spesso, ci siamo fronteggiati nella reciproca convinzione di avere ragione e, il suo carisma e il suo carattere “dritto alla meta”, non era dei più facili.
Ma oggi è un giorno speciale. E mentre il tuo feretro esce dalla chiesa (chissà quant’era che non andavi in chiesa) e, attorno all’auto dell’ultimo viaggio, si attardano parenti e amici, riconosco la tua giovane figlia in lacrime.
E allora mi viene spontaneo un pensiero che è facile solo ad una certa età:
– Caro Nove, fra le tante cose che hai fatto in vita, e mettiamocele tutte, nella filiera che è il bagaglio di ognuno di noi, c’è quella di padre. Una giovane figlia in lacrime al funerale del padre può essere la regola, ma le sue parole, che sento uscire dal più profondo del cuore: “voglio sapere tutto di mio padre” mischiano il tuo affetto con qualche cosa di incompiuto.
Se fosse mai possibile vivere ancora un po’ dopo la morte, sono sicuro che quei brevi momenti che mi hanno profondamente commosso, ti ripagherebbero di una serenità che non ti è mai stata troppo amica.

Nico e Franco

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