Erano gli anni settanta, avevo setto-otto anni e mio padre e mia madre mi portarono a visitare le grotte di Frasassi.

Erano state scoperte e aperte al pubblico da poco tempo, partimmo con altri parenti, c’era mia nonna, altre famiglie, e ci accodammo in fila su di una rampa di cemento sotto il sole di agosto.

Facemmo la fila per due ore, e alla fine si aprì la porta di ferro, entrammo in un tunnel lunghissimo, poi si aprì il portone vero e proprio della grotta.

Non ricordo quasi niente di quella visita; Mia madre diceva che zia Rina non avrebbe avuto il coraggio di stare li dentro, la guida disse che in quella stanza sarebbe entrato il duomo di Milano.

A metà salone disse che gli speleologi erano calati da una fenditura nel soffitto.

Quando uscimmo dalla grotta andammo verso le bancarelle e io volli comprare un libriccino con la copertina nera e al centro una foto di una goccia d’acqua che stava per staccarsi da una stalattite. Quello è stato un libro molto importante per la mia vita, incredibile. C’era la descrizione delle prime battute esplorative e dei primi due giorni concitati. C’erano anche cenni di carsismo e speleogenesi. L’ho letto per mesi a casa, erano solo una decina di pagine, ma nel giro di due giorni decisi che nella vita avrei voluto fare lo speleologo.

Consultai il “Manuale delle Giovani Marmotte”, un altro libro di riferimento, alla voce “cosa farai da Grande” non c’era speleologo, ma “Come diventare Geologo” che tutto sommato mi sembrava avesse un nesso.

Per diventare geologo avrei dovuto finire le elementari, poi le medie, poi iscrivermi alla scuola superiore, meglio al Liceo Scientifico, poi all’Università, Geologia, e nel giro di questi 20 anni sarei diventato geologo.

Tanti anni di studi mi misero paura e alla fine delle medie optai per l’Istituto Tecnico Industriale, perchè mi piaceva collegare pile, fili, lampadine e altoparlanti e poi vedere quello che succedeva.

Dopo 20 anni, la mia fidanzata mi disse se volevo fare un corso di introduzione alla speleologia nel suo paese.

Di corsa accettai, frequentammo insieme quel corso, lei adesso è mia moglie, non sono uno speleologo nel senso totale della parola, però ci stò in mezzo, grazie a quella gitarella fatta con i miei genitori tanti anni fa.

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