E’ stato un fine settimana intenso, quello vissuto fra Taipana e Villanova.
Dopo cinque mesi di preparativi la macchina del corso I Colori del Buio si è messa in moto.
Le cose che potevano andare storte erano mille, è un mondo difficile, ma la sensazione stamattina era strana: tutto è andato bene.
Forse meglio di bene.
Per me, che da bravo friulano considero gli eventi negativi come inevitabili, è stato sconvolgente. E pensate che siamo riusciti a fare tutto chiedendo agli allievi … 80€! E pensare che ritenevo impossibile organizzare un corso in meno di 10 mesi! Se ricordo tutti i timori che avevo a gennaio non ci credo nemmeno io a quello che ho vissuto.
Il corso di fotografia era nato come una boutade, una cosa così, detta fra speleo come tante altre. Avrebbe potuto essere una delle tante ciance come ne girano ai raduni o in lista. Ma alla fine è diventata una cosa reale, che abbiamo vissuto fino in fondo.

I 23 speleologi che hanno partecipato al corso di fotografia in grotta come allievi mi sono sembrati soddisfatti, non sta a me dirlo in verità, ma la sensazione è che siano stati lanciati.

I relatori, Cesare Mangiagalli, Gianni Dellavalle, Marco Bani, Guglielmo Esposito, Paolo Dori, Maurizio Lancia. Non so se esiste abbastanza Ramandolo sulla faccia della terra per ringraziarli. Hanno portato tecniche e competenza, ma sopra tutto dato una scossa, un elettroschock di entusiasmo, ad allievi che nella grotta Nuova di Villanova erano letteralmente presi dalla frenesia da scatto.

Il lavoro costante ed indefesso dello staff, con gente che ha fatto gli straordinari. Temo di dimenticare qualcuno, ma devo fare un monumento a Lucia perché è stata una carica di dinamite. E Mila che ha rinunciato evidentemente alle sue due ore di sonno al giorno per pensare anche a questo. E l’ospitalità stupenda del CRC Seppenhofer con in testa Maurizio.
La squadra logistica, che ha sgobbato per una settimana, per farci stare bene (farci ingrassare di non so quanti chili). Alla fine del corso la Giuli mi dice “se hai bisogno di nuovo chiamaci”. Tre giorni a farci da mangiare ed accudirci e mi dice così che lo rifarebbe domani!
In grotta a scortare la truppa per scoprire i luoghi più belli c’erano anche Mauro (il Coordinatore) e Berto. Sono convinto che si siano divertiti, ma grazie grazie grazie!

Gli allievi, entusiasti, interessati, infiammabili come benzina. Speleo che alla fine del corso hanno chiesto di andare avanti, di organizzare altro, che hanno dato idee, che bollono all’idea di farsi il faretto nuovo, di organizzare la squadra per andare a far foto sottoterra. Che si criticano e studiano le foto altrui. Bravi allievi, sul serio.

Alla proiezione 3D curata da Guglielmo e Paolo, con attenzione, oltre ad un coinvolgimento che non ti aspetti da gente “di esperienza”, la sala era piena. Non uno stadio, ma le sedie erano tutte occupate e qualcuno stava in piedi. Non erano tutti speleo. Metà della sala era occupata da quelli che le grotte le vedono al massimo dalle passerelle.
Alla fine della proiezione una signora è venuta a ringraziarmi (me??), per quello che noi speleologi avevamo mostrato. Suo marito era stato speleo e lei non aveva mai visto prima quelle meraviglie nascoste nella terra. Sono rimasto imbambolato.
Ciancio di “uscire dal buco” da un decennio, ma farlo, vedere la luce, abbaglia!

Ho visto esprimersi le migliori forze della speleologia italiana. Ho visto realizzare qualcosa di bello, che avrà un futuro, che cambierà un po’ il nostro modo di andare in grotta e documentare il mondo sotterraneo.
Un briciolino è stata anche “colpa mia”, e ne sono fiero. Ma più che altro, sono proprio contento.

Mayo (Giuseppe Moro)
www.geocities.com/cjasar

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