Una maggiore disponibilità e qualità delle risorse idriche degli acquiferi carsici nell’area mediterranea, questo l’obiettivo del progetto “Karma” al quale partecipa l’Università La Sapienza, con altri 4 Istituti europei ai quali si aggiungono anche Libano e Tunisia.
Il progetto, che ha ottenuto un finanziamento di oltre 1,5 milioni di euro e si concluderà nel 2021, valutarà la resilienza e la vulnerabilità delle acque sotterranee di diversi massicci carsici, incluso il Gran Sasso, scelto come area campione del territorio italiano.
Migliorare la conoscenza idrogeologica degli acquiferi carsici mediterranei per una gestione sostenibile delle risorse idriche in termini di quantità e qualità dell’acqua disponibile, questo l’obiettivo di “Karma”, il progetto europeo coordinato da due Università tedesche in collaborazione con altri 6 partner accademici internazionali tra i quali l’università di Roma ” La Sapienza”, già vincitrice del programma PRIMA 2018.
Il progetto, che ha ottenuto un finanziamento di oltre 1,5 milioni di euro e si concluderà nel 2021, valutarà la resilienza e la vulnerabilità delle acque sotterranee di diversi massicci carsici, incluso il Gran Sasso, scelto come area campione del territorio italiano.
L’obiettivo generale di PRIMA, il Programma Internazionale di cui Karma fa parte, è prevedere soluzioni comuni innovative per rendere più efficienti approvvigionamento idrico e i sistemi alimentari della regione mediterranea, al fine della contribuire a risolvere i problemi più gravi che attualmente si riscontrano nel settore dell’alimentazione, della salute, del benessere e della migrazione.
Karma è coordinato dalla Germania attraverso la Karlsruhe Institute of Technology e coinvolge la tedesca Bundesanstalt für Geowissenschaften und Rohstoffe, l’Italia con l’Università di Roma La Sapienza, la Francia con University of Montpellier, la Spagna con University of Malaga, la Tunisia con Ecole National d’Ingénieurs de Tunis, e infine il Libano con American University of Beirut.
Le attività previste per il partner italiano si sviluppano prevalentemente nell’area del massiccio del Gran Sasso, all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo.
Dopo l’attività di monitoraggio degli acquiferi carsici, sarà possibile determinare la disponibilità di acque a livello di bacino idrogeologico, nonché la sua variabilità nel tempo e nello spazio, in relazione a variazioni climatiche o pressioni antropiche. L’unità di ricerca de La Sapienza sarà diretta da Marco Petitta del Dipartimento di Scienze della Terra, che ha coordinato “H2020 Kindra”, il programma UE appena terminato.
Gli acquiferi carsici sono immensi serbatoi sotterranei costituiti dalle rocce delle montagne, per lo più calcari e dolomie. L’elevata permeabilità delle rocce carbonatiche e i vuoti creati dalla dissoluzione carsica consentono all’acqua di penetrare nel sottosuolo, dove scorre rapidamente a distanze notevoli lungo percorsi sconosciuti che gli speleologi indagano e studiano. Queste specifiche caratteristiche rendono gli acquiferi carsici molto vulnerabili alla contaminazione da inquinanti e altamente sensibili ai cambiamenti climatici che causano sempre più frequenti eventi estremi quali inondazioni e siccità. Inoltre, la complessità idraulica e l’ estensione ne rendono molto difficile l’esplorazione, la gestione sostenibile e il prelievo della risorsa, per cui sono richiesti nuovi approcci integrati anche transfrontalieri.
Tutte le conoscenze acquisite saranno condivise tramite cartografia tematica interattiva all’intera area del Mediterraneo e i dati saranno elaborati per sviluppare un sistema gestionale di ottimizzazione della risorsa idrica sotterranea.
La piattaforma e relativo database saranno uno strumento fondamentale per la condivisione delle informazioni e verrà messa a disposizione della comunità scientifica, dei portatori di interesse, degli enti preposti al governo del territorio e agli utilizzatori finali. Le mappature contribuiranno al censimento degli Ecosistemi Carsici dipendenti dalle acque sotterranee e al miglioramento dell’implementazione delle Direttive Quadro sulle Acque (Direttiva 2000/60/CE).
Approfondimenti:
Programma prima
Università La Sapienza
Agricoltura.it