Storico membro del Gruppo Speleologico CAI Bolzaneto, tra i protagonisti degli anni d’oro e punto di riferimento per generazioni di speleologi

Ci ha lasciato Roberto Roncagliolo, figura storica della speleologia ligure e nazionale, pioniere del Gruppo Speleologico CAI Bolzaneto e volto noto tra i “vecchi” speleologi, che negli anni ’60 e ’70 scrivevano – e letteralmente hanno scritto – pagine fondamentali della nostra disciplina.

Roberto è stato protagonista delle spedizioni agli Scogli Neri dell’agosto 1968, insieme a Pino Cavanna e Gianni Macció, e del 1970.

Roberto, già allora una voce attenta agli equilibri tra esplorazione e tutela ambientale è stato anche autore di numerose pubblicazioni tecniche e note critiche, tra le quali la “Breve nota polemica” del 1978 sulle modalità di chiusura della stessa grotta, che avrebbero ostacolato il passaggio dei pipistrelli –

Nel Congresso nazionale di Perugia del 1978, portò, con Giuseppe Novelli, due contributi tecnici di rilievo: “Nota sulle prove eseguite durante la risalita di due speleologi, contemporaneamente, sulla medesima fune” e “Nota sulle modifiche apportate all’autobloccante Gibbs”, segno di un interesse vivo e concreto per l’innovazione e la sicurezza in grotta.

È impossibile non ricordare l’incidente di Natale nei primi anni ’70, in cui, insieme al fraterno amico Franco Repetto, non esitò a unirsi ai soccorritori salendo sotto le Mastrelle per cercare due speleologi nizzardi dispersi, poi ritrovati sani e salvi. Episodio che mostra non solo competenza, ma anche profonda dedizione umana.

Roberto è stato anche tra i protagonisti di un’esperienza “fuori dal tempo” Parliamo dell’esperimento nel Corchia del giugno 1977, l’Operazione Corchia 14: con Novelli, fornì il necessario supporto esterno a tre speleologi (Franco Repetto, Massimo Torrini e Roberto Nadelli), che restarono per 14 giorni isolati e privi di riferimenti temporali, sotto controllo medico, per uno studio pionieristico sugli effetti della deprivazione del tempo.

Franco Repetto ne parla nel dettaglio nel suo libro ‘Corchia 14 – Dentro l’Antro, fuori dal tempo’ (2021 – ISBN 9788892379138), dove si trovano foto affascinanti, come quella sotto, molto evocativa. La foto, dell’agosto 1970, ritrae Roncagliolo, Repetto e Novelli che, al fondo del Corchia, si incontrano con alcuni speleologi triestini dell’Adriatica, tra cui Erwin Pichl, ideatore dello Speleovivarium.

Paolo Cecchini, Repetto, Roncagliolo e Novelli (Bolzaneto) e gli speleo triestini dell’Adriarica incontrati al campo base. Uno è Erwin Pichl , ideatore dello Speleovivarium. La.foto è precedente e si riferisce ad un “fondo” di qualche anno prima – @pagina FB Franco Repetto

Su autorizzazione dell’Autore, una bella descrizione dell’Operazione Corchia 14: tratta dal libro di Repetto, è presente nel numero di luglio 2023 di Sopra e Sotto il Carso (disponibile online qui: https://www.cavernas.org.br/wp-content/uploads/2023/11/Sopra-e-sotto-il-Carso-7-2023.pdf)

Nel volume “L’Antro del Corchia o Buca d’Eolo”, a cura di Franco Utili (disponibile qui https://www.incamper.org/public/pubblicazioni/libri/corchia%20libro.pdf), si descrive l’esperimento del 1977 nel Corchia, quale riscontro alle risultanze dello studio di analoghe prove di isolamento volontario:

A risultati molto simili sono arrivati anche gli amici del Gruppo Speleologico Genova Bolzaneto nel 1977 (F. Repetto, M. Torrini, R. Nardelli) che avevano organizzato un soggiorno di 14 giorni proprio per studiare anche questo aspetto. Dei 14 giorni reali ne avevano percepiti poco più di 12. Dal primo giorno fino all’ultimo hanno stabilito un ritmo di vita costante. Le ore di sonno sempre comprese tra le ore 2 e le 14 dello stesso giorno. Non hanno mai iniziato a dormire prima delle 2 del mattino e non si sono mai svegliati oltre le 15. Ma verso il nono giorno si erano addormentati per un pisolino di un paio d’ore che era stato realmente di 10 ore. Con questo episodio è iniziata una perdita netta dell’orientamento temporale“.

Per inciso, nel volume sono citati anche due contributi di Roncagliolo, uno con Novelli (NOVELLI G., RONCAGLIOLO R. – 1979 – Speleologia, in “Alpi Apuane”, CAI-TCI: 42-52) e un altro con Ferrari (FERRARI P., RONCAGLIOLO R. – 1971 – Antro del Corchia. Descrizione della cavità. Boll. G. S. CAI Bolzaneto, 5: 217-224).

Nel 2010, a Pordenone, ricevette la targa ufficiale della Scuola Nazionale di Speleologia del CAI, con la nomina a Istruttore Nazionale di Speleologia (INSE), insieme all’amico fraterno Repetto: un riconoscimento sentito a una vita dedicata alla grotta e alla comunità speleo.

Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo sa che Roberto non era solo un esploratore, ma anche un uomo riflessivo, appassionato e curioso, sempre pronto a confrontarsi, a mettere in discussione e a condividere.Alla famiglia, agli amici, ai compagni di grotta, al Gruppo Speleologico CAI Bolzaneto e a tutto il CAI Bolzaneto va il nostro più sentito abbraccio.

Lascio la parola a Franco, che ha fornito anche le altre foto dell’articolo, per un bellissimo ricordo di Roberto

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