Il Progetto A.Ga.R.T.I.S. Alto Garda Ricerca sul Territorio Idrogeologica e Speleologica, è un progetto esplorativo che prevede anche l’ausilio di droni, che ha lo scopo di mappare grotte e abissi e verificare i loro collegamenti con le acque che scorrono mille metri più in basso e danno vita alla nota Sorgente Acqua Salata, captata per uso idropotabile dal Comune di Toscolano Maderno.
Il progetto è patrocinato dalla Federazione Speleologica Lombarda.

Progetto-AGARTIS-Grotta-dellUovo-Foto-Stefano-Barbero
Progetto-AGARTIS-Grotta-dellUovo-Foto-Stefano-Barbero

Nasce all’insegna di una collaborazione tra gruppi speleologici il Progetto A.Ga.R.T.I.S. (Alto Garda Ricerca sul Territorio Idrogeologica e Speleologica) che coinvolge il Gruppo Grotte Brescia, Underland e il Gruppo Grotte Alto Garda Bresciano.
L’intento è l’approfondimento delle conoscenze dell’area carsica mediante la rivisitazione delle cavità note e la ricerca di nuove; lo scopo é quello di mappare grotte e abissi che si snodano nel sottosuolo e verificare i loro collegamenti con le acque che scorrono a grandi profondità, mille metri più sotto, che danno vita alla nota Sorgente Acqua Salata captata a livello idropotabile dal Comune di Toscolano Maderno e con portate considerevoli.
Il progetto è patrocinato dalla Federazione Speleologica Lombarda.
Agli enti locali e società di gestione delle acque è stata presentata una proposta di sostegno per poter effettuare, ove se ne verificassero le condizioni, eventuali test di tracciamento idrologico e monitoraggi di varia natura.
Le ricerche già avviate, continuano a dare buoni risultati nonostante le limitazioni legate alla pandemia.

Il territorio e l’inquadramento geologico

Progetto-AGARTIS-Panoramica-Monte-Spino-e-sullo-sfondo-Monte-Pizzocolo-Foto-Max-Pozzo
Progetto-AGARTIS-Panoramica-Monte-Spino-e-sullo-sfondo-Monte-Pizzocolo-Foto-Max-Pozzo

Il territorio bresciano è ricco di aree carsiche con notevole potenziale esplorativo, sia per quota che per sviluppo spaziale.
Molte di queste hanno visto generazioni di speleologi, ma non tutte sono state ancora profondamente svelate.
Tra queste quella del Monte Spino e Monte Pizzocolo conosciuta per cornici panoramiche stupende nelle stagioni calde e discretamente accessibile anche nel periodo invernale.
Si affaccia sulla sponda occidentale del Lago di Garda e comprende i territori di diverse amministrazioni comunali raggiungendo quote discretamente elevate: 1486 m per il M. Spino e 1581 m per il M. Pizzocolo.
Ha un areale ipotizzato superiore ai 25 km quadrati e risulta estremamente interessante per la densità di fenomeni carsici in evidenza soprattutto epigei.
Attualmente sono censite circa 70 cavità carsiche e ai piedi dell’area sono note una decina di sorgenti di varie portate.
Non si hanno conoscenze circa i legami idrologici tra le cavità e le sorgenti, ma facendo eccezione per l’Abisso Spino (LoBs 600) che supera di poco i 200 m di dislivello, nessuno si spinge oltre i -100 metri e anche gli spostamenti in pianta di quelli più sviluppati, sono generalmente esigui.

Abisso-Spino-grande-galleria-a-monte-Foto-Stefano-Barbero
Abisso-Spino-grande-galleria-a-monte-Foto-Stefano-Barbero

Per quanto riguarda il carsismo profondo, le ricerche speleologiche possono considerarsi allettanti perché le conoscenze sono ancora allo stadio iniziale.
In passato vi operarono il Gruppo Grotte Brescia poi l’Associazione Speleologica Bresciana e negli ultimi anni sono in corso esplorazioni da parte del Gruppo Grotte Alto Garda Bresciano.
Tra le formazioni calcaree da tenere in considerazione, troviamo quelle del Giurassico inferiore tipiche del bresciano: la Corna (in cui si aprono quasi tutti gli ingressi) e il Gruppo del Medolo. Tutta l’area presenta alcune complicazioni geologiche rappresentate da pieghe sinclinali e anticlinali che si ripetono, con assi direzionate diversamente. In particolare sul M. Pizzocolo la piega si è addirittura rovesciata, raddoppiando quindi lo spessore della formazione. Visto in sezione nord-sud il massiccio mostra una geometria monoclinalica di Corna, ricoperta poi dai calcari del Gruppo del Medolo. Una diffusa fratturazione con la presenza di faglie importanti orientate E-SE e W-NW caratterizza anche le morfologie degli abissi presenti e potrebbe separare i due massicci montuosi in due unità idrogeologiche differenti.

Una caratteristica particolare morfologica di questi massicci è la presenza di dirupi estremamente scoscesi e pareti verticali che occupano i loro versanti Nord praticamente da Est ad Ovest.
Questi settori non sono affatto semplici da indagare, soprattutto nel Monte Pizzocolo (Q. 1581 m) in quanto dalle creste ai ghiaioni sottostanti le pareti risultano scendere a picco per circa 250 metri: anche il Monte Spino non è da meno, visto che le sue pareti scendono con grandi balze per circa 300 metri, mettendo a nudo le imponenti stratificazioni della Corna.

Il drone

Parete-Nord-Monte-Pizzocolo-avvistamento-ingressi-con-drone-Foto-Max-Pozzo
Parete-Nord-Monte-Pizzocolo-avvistamento-ingressi-con-drone-Foto-Max-Pozzo

E’ iniziata quindi una serie di prospezioni con drone con l’intento di visionare, filmare e fotografare nel dettaglio ogni singolo metro delle pareti comprese anche quelle del Monte Spino.
Sullo Spino si cerca principalmente lungo le linee di fratturazione più evidenti, di cui ne sono ben visibili i movimenti con i vari canaloni generatisi di conseguenza e che partono direttamente dalla linea di cresta.
Queste linee di discontinuità lungo le stratificazioni, possono nascondere o anche generare fessure percorribili o pozzi verticali che difficilmente vengono localizzati se non con lunghe e fortunose calate su corda.
Importante quindi il contributo dato dall’utilizzo del drone, che permette di creare un prezioso archivio video fotografico di dettaglio da studiare a tavolino e di effettuare ingrandimenti di obiettivi e percorsi da pianificare per l’attività futura.

Antro-in-parete-localizzato-con-drone-Foto-Vicky-Franchini
Antro-in-parete-localizzato-con-drone-Foto-Vicky-Franchini

Non sono mancate alcune buone sorprese di finestre nascoste e strani “antri neri” che una volta raggiunti potrebbero permettere di entrare all’interno dei massicci.
I voli con drone consentono anche di geolocalizzare i punti di ingresso individuati e con tecniche di riprese fotogrammetriche sarà anche possibile realizzare modellazioni 3D delle pareti o di vaste porzioni dell’area, collegando direttamente ai modelli le topografie interne delle grotte.
Sono previsti alcuni mini campi che si svolgeranno lungo l’arco della stagione estiva.

Siti di riferimento per seguire le attività o per contatti:
Gruppo Grotte Brescia “C. Allegretti”: http://www.ggb.it/
Underland: https://underlandweb.wordpress.com/

Notizia di Max Pozzo

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