FERRAGOSTO – Dopo le immersioni alle grotte del Falco e del Fumo, l’attenzione degli AIRES al campo Alburni 2015 si concentra sulla risorgenza dell’Auso.
Nel 1998 lo speleosub Matteo Diana con il suo team si era spinto nell’esplorazione fino alla profondità di 34 metri (evidenti residui della sua sagola) dopo aver percorso la galleria subacquea, fermandosi su una condotta inclinata a 45 gradi: da allora non si è avuta notizia di altre immersioni a fini esplorativi e per questa ragione la risorgenza necessitava di essere rivista.
Rebreather, scooter, bombole e la punta è presto organizzata: Luca Pedrali si tuffa e – calata l’attrezzatura – sparisce nel buio del vascone iniziale.
Lasciatosi alle spalle le ultime tracce di Matteo Diana, lo speleosub raggiunge e supera non senza difficoltà un primo laminatoio a -39 m e prosegue inclinato sullo stesso fino ad un pozzo, oltre il quale un nuovo laminatoio ostacola la sua via. Dopo alcuni attimi di esitazione dovuti alla raggiunta profondità di 61 metri, Luca decide di superare la strettoia, trovandosi ora di fronte ad una risalita; allora, bloccata la sagola, decide di interrompere l’esplorazione in quanto le bombole di emergenza sarebbero state insufficienti a garantire il ritorno in sicurezza.
Lo sviluppo della cavità conta ora oltre i 210 metri, ma appena possibile gli AIRES torneranno sul luogo con tutto il necessario per spingersi oltre e svelare i segreti dell’Auso.

– Le chiacchiere stanno sempre a zero –
16/08/2015
Alburni
AIRES

Di

Un pensiero su “APERTA LA VIA DELL’AUSO”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *