Arriva la fine dell’anno, e più attesi del Natale, del Veglione di Capodanno e dello zampone con le lenticchie ci sono solo le mutande rosse, da portare nella prima uscita in grotta dell’anno, e l’arrivo del nuovo numero di Speleologia; la rivista semestrale della Società Speleologica Italiana.

Anche questo numero sarà ricco di articoli di tutto rispetto, ecco una anticipazione del cartaceo e l’editoriale del Presidente Vincenzo Martimucci che chiama i soci alla mobilitazione per portare avanti la Società Speleologica Italiana per il triennio 2018:2021, e ricordate sempre di andare a vedere la parte on-line della rivista, ricca di contenuti che non potrebbero essere pubblicati su carta:
http://www.speleologiassi.it/

La rubrica iniziale, Sguardi sul Buio, presenta in sintesi le principali scoperte degli ultimi mesi e dei campi estivi. Si parte dalla Lombardia dove a Morterone, un’area carsica in provincia di Lecco trascurata ormai da molti anni, esigenze di aggiornamento catastale hanno spinto alcuni speleologi a riprendere le attività di ricerca: le prime scoperte stanno già arrivando! Nell’area del Sebino (BG) incessanti lavori di tracciamento delle arie, immersioni, scavi, risalite e inevitabili campi interni hanno continuato a regalare nuovi chilometri di vuoti sotterranei ai suoi instancabili esploratori e hanno permesso al sistema Bueno Fonteno – Nueva Vida di superare i 30 km di sviluppo.
Sul Monte Menna, nelle Prealpi Orobiche (BG), un campo estivo ha fornito una migliore conoscenza dell’area e ha consentito di terminare l’esplorazione della Laca a Nord del Passo di Menna che, con 400 metri di dislivello, si attesta senza esitazione la grotta più importante e significativa dell’area.

Il viaggio prosegue poi spostandosi in Friuli Venezia Giulia dove l’inesauribile Canin non smette mai di entusiasmare gli animi e di ammaliare con mille promesse… La ripresa delle attività in una modesta grotta già nota dagli anni ’80 ha portato al superamento del vecchio fondo e all’esplorazione dell’Abisso del Dio Anubi (-600 m), una cavità selettiva per le ridotte dimensioni degli ambienti.

E’ di questo ottobre invece l’entusiasmante giunzione di Rotule Spezzate con il Complesso del Col delle Erbe. Questa cavità diviene così il 27° ingresso e regala al gigante sotterraneo ulteriori 10 chilometri di sviluppo oltre alla possibilità, sempre più tangibile e concreta, di giuntare con il vicinissimo Foran del Muss… Sul Carso Triestino festeggiano ormai i dieci anni di attività i testardi scavi nella 87 VG, lavori portati avanti con una determinazione e una insistenza che lasciano senza parole… La cavità ormai raggiunge i 230 metri di profondità, ma ancora non ha rivelato la via segreta per accedere al Timavo.

In Emilia Romagna, in Val di Secchia, si è riusciti a forzare lo stretto accesso dell’Inghiottitoio di Cà Ferrari e a percorrere oltre mezzo chilometro di vuoti ipogei. Contemporaneamente nuove esplorazioni nella Risorgente Melli hanno permesso di avvicinarla all’Inghiottitoio di Cà Ferrari…nella speranza un giorno di unire le due cavità in un unico sistema.

La panoramica di Sguardi sul Buio si conclude in Toscana, nei marmi delle Alpi Apuane, dove l’abisso Bombassei regala ancora un capitolo di belle esplorazioni. Il fondo a -530 m viene disostruito e i pozzi successivi vengono scesi in rapida successione fino a raggiungere un importante collettore, il maggiore conosciuto sulle Panie. Ormai a 890 metri di profondità, un laghetto in un ambiente angusto sancisce un momentaneo stop alle esplorazioni.

Editoriale – Conoscere Rinnovare Informare
BY REDAZIONE · 26 DICEMBRE 2016

Desidero cominciare questo editoriale nel segno della positività. La speleologia italiana non è affatto in crisi, né lo è la Società Speleologica Italiana. Lo possiamo affermare perché sono positivi i dati riguardo i soci e sono buoni i rapporti con il corpo della nostra Società. In tanti ci chiedono il patrocinio su iniziative quasi sempre molto valide. Questo significa che SSI è una gradita attestazione. Ci possono essere contrasti, visioni difformi, ma sfido chiunque a indicare un luogo e un tempo della speleologia dove questo non si è verificato. 3500 soci, tra cui oltre 150 soci gruppo, rappresentano un mondo di riferimento molto esteso che può avere aspettative diverse, anche tra loro conflittuali. E questo è normale, sennò vi sarebbe un’impensabile omologazione. La nostra ricchezza sta proprio nella diversità culturale, geografica e di esperienza. Sono diversità che dobbiamo far convivere…

Nel 2016, abbiamo editato gli “Appunti di tecnica” per i corsi di primo livello e indetto il Premio Italia Speleologica, con oltre 20 qualificate partecipazioni. Dobbiamo dare strumenti e incentivare esplorazione e ricerca. Istruire alla progressione e indagare sul mondo sotterraneo, carsico e anche artificiale, è nei nostri compiti. “Nostri” intesi come SSI, non come presidenza e consiglio. Se un progetto è valido, chi è stato eletto a dirigere lo supporterà, promuoverà, lo farà proprio. E i progetti sono di chi li propone. Si tratta di pensare alla SSI come una comunità che ha interessi comuni, che si relaziona, crea opportunità. Abbiamo promosso la GNS, sono state fatte molte iniziative, se ne possono fare ancora di più. Senza perdere qualità o fare per fare. Perché con la GNS non vogliamo compiacerci dei numeri, vogliamo “far conoscere sempre di più la nostra passione”. Siamo stati presenti al V Euro Speleo Congress in UK, dove abbiamo presentato i video del Concorso “L’acqua che Berremo”, accolti come esempio di divulgazione della cultura di tutela. Pensare positivo non significa non lavorare per migliorarsi. Abbiamo anche rinnovato radicalmente il sito, siamo sbarcati su Instagram, continuiamo ad editare a tutto tondo, sia sul cartaceo, che in digitale.

Continuiamo a impegnarci, continuiamo ad evolverci. Nel 2017 si terranno le elezioni alle cariche SSI per il triennio 2018-2021. L’invito è a mettersi in gioco, a candidarsi per condividere capacità, esperienza, attitudini. Un Consiglio ha bisogno costante di continuità e rinnovamento. Dirigere non è vantarsi di un ruolo o dire agli altri cosa fare. Dirigere è farsi carico, stimolare, proporre. Dirigere è farsi squadra, confrontarsi, indicare nuove soluzioni. Vuol dire avere l’esperienza o vocazione gestionale che rendono possibile la vita di un sistema complesso. Significa mediare con le altrui esperienze, sempre seguendo indicazioni che ci sono date da storia, Statuto, Regolamento e Assemblea. Significa rimboccarsi le maniche, dedicare tempo. Naturalmente, invitiamo i soci a essere protagonisti, a votare e far votare. Sono apparenti ovvietà, ma la vita di una società come la nostra è fatta anche di un lavoro organizzativo che permette alle socie e ai soci di “fare speleologia”. Senza dimenticarci che noi viviamo anche del lavoro oscuro di chi è dietro le quinte, fa manutenzione ai siti, fa lavoro di redazione, offre consulenze su temi specifici, organizza corsi, convegni, incontri nazionali.

Strisciando 2016 a Lettomanoppello è stato un evento straordinario, nei numeri e nei risultati. Abbiamo sempre appoggiato con entusiasmo questa e altre simili iniziative, perché fanno bene a tutta la speleologia italiana, non certo e solo a SSI. Nel prossimo futuro ci impegneremo ancor più per formare e formare formatori, per divulgare, promuovere conoscenza. Potenzieremo il rapporto con l’AGTI e le grotte turistiche, perché le guide delle grotte creino interesse per l’ambiente carsico e per la speleologia. Continueremo a impegnarci per creare sempre maggiori punti di contatto con la speleologia del Club Alpino Italiano, per smussare differenze e allargare visioni comuni. E auspico sempre di giungere a una proficua interazione con le istituzioni di governo, per arrivare a una sintetica normativa che individui SSI e CAI come referenti per la speleologia e la tutela degli ambienti carsici. Colgo l’occasione per augurare a tutte e tutti uno splendido 2017, e ovviamente invito a rinnovare la quota associativa, perché la vera risorsa di SSI siete voi!

Vincenzo Martimucci

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