Un viaggio tra le tracce di miniere storiche, formazioni naturali di rara bellezza e un patrimonio mineralogico ancora da scoprire.

Un passato minerario poco conosciuto

L’Aspromonte, con le sue vallate e i corsi d’acqua, è spesso associato a bellezze naturali e paesaggi incontaminati.

Eppure, nelle vicinanze del torrente Valanidi, una storia meno nota affiora tra le rocce: quella delle antiche ricerche di rame condotte nel XIX secolo.

Un’opera, “Descrizione geologica e statistica di Aspromonte e sue adiacenze” di Melograni, pubblicata nel 1823, descrive alcune miniere situate lungo questo corso d’acqua, gestite da operatori tedeschi.

Le ricerche minerarie, seppur promettenti, furono abbandonate dopo risultati ritenuti insufficienti.

Il cunicolo presso la Stroffa, affluente del Valanidi, rimane l’unico sito in cui vennero estratti minerali significativi.

Diversi autori, tra cui De Stefani nel 1883 e Emilio Cortese nel 1935, citarono queste attività, sottolineandone il potenziale geologico.

Ancora oggi, le testimonianze di quelle esplorazioni sopravvivono nella memoria orale degli abitanti locali, tramandate di generazione in generazione.

“A Petra Virdi”: un nome che parla di colori e minerali

La zona, situata nei pressi dell’abitato di Trunca, è conosciuta localmente come “a Petra Virdi” (la pietra verde).

Questo nome deriva dalla colorazione insolita delle rocce presenti in un costone nei pressi del torrente Valanidi.

L’area è caratterizzata da una parete rocciosa che si distingue per le sue tonalità verde-blu, dovute alla presenza di composti minerali come i carbonati e i solfati di rame.

Secondo i racconti degli abitanti, le tracce di minerali vennero osservate da generazioni, ma solo grazie a esplorazioni più recenti si è riusciti a identificare le specifiche formazioni presenti.

Tra i minerali rinvenuti figurano malachite, azzurrite, calcantite, serpierite e woodwardite, quest’ultimo un minerale raro ma scientificamente rilevante.

Un laboratorio naturale a cielo aperto

La presenza di questi minerali, formatisi naturalmente in un ambiente di roccia metamorfica, rappresenta un interessante caso di studio per i ricercatori.

Secondo analisi condotte presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università della Calabria, l’area offre un ambiente ideale per studiare i processi di neoformazione minerale.

Questo tipo di fenomeno, spesso ricreato artificialmente in laboratorio con elevati costi, si manifesta qui in maniera naturale, offrendo un’opportunità per l’osservazione diretta.

Il fenomeno non solo contribuisce alla conoscenza scientifica, ma arricchisce anche l’attrattiva naturalistica del luogo.

Escursioni e nuove prospettive per il territorio

Negli ultimi anni, l’interesse per l’Aspromonte e i suoi tesori nascosti è cresciuto, anche grazie alle iniziative di associazioni e gruppi escursionistici.

La riscoperta di luoghi come “a Petra Virdi” può rappresentare un valore aggiunto per il territorio calabrese, offrendo spunti sia per il turismo sostenibile che per la divulgazione scientifica.

La posizione relativamente isolata della zona, immersa nella vegetazione e accessibile solo attraverso percorsi a piedi lungo il torrente, contribuisce a preservarne l’autenticità.

Durante le escursioni, oltre alla visita al costone roccioso, è possibile osservare campioni minerali in situ e ammirare le diverse tonalità di colore che emergono nelle fratture della roccia.

Oltre i minerali: un patrimonio culturale da valorizzare

L’interesse per il sito non è solo di natura scientifica, ma anche culturale.

I racconti degli abitanti locali, spesso arricchiti di dettagli leggendari, testimoniano un legame profondo tra la comunità e il territorio.

Questo patrimonio orale potrebbe essere valorizzato attraverso progetti che uniscano geologia, storia e tradizioni locali.

L’esempio di “a Petra Virdi” dimostra come anche luoghi poco conosciuti possano custodire storie e risorse di grande interesse, capaci di attrarre ricercatori, appassionati di natura e semplici curiosi.

La sfida per il futuro sarà quella di coniugare conservazione e promozione, mantenendo intatta l’unicità del sito.

Una meta per appassionati e ricercatori

Concludendo, “a Petra Virdi” rappresenta un tassello importante nel mosaico geologico e culturale della Calabria.

La combinazione di elementi scientifici, estetici e storici rende questa località un esempio significativo del patrimonio nascosto dell’Aspromonte.

Le analisi condotte finora e le testimonianze raccolte aprono la strada a ulteriori ricerche, lasciando intravedere un potenziale che va oltre il semplice interesse accademico.

Per chi desidera esplorare l’Aspromonte con occhi nuovi, seguendo il filo delle sue storie minerarie, “a Petra Virdi” è una tappa che merita di essere inclusa in ogni itinerario dedicato alla scoperta delle ricchezze meno note di questa terra.

Fonte e maggiori info: https://www.laltroaspromonte.it/storie/a-petra-virdi/