Bloggiamo la legge Levi-Prodi contro il Web 2.0
Zitti zitti, quatti quatti, lo scorso 12 ottobre nel corso del Consiglio dei Ministri, i membri della Casta hanno approvato un disegno di legge con la condanna a morte per questo e milioni di altri blog.
Il disegno di legge, che sarà ora oggetto di discussione parlamentare, prevede una rivoluzione copernicana per il mondo editoriale italiano. Per i blog personali e molti siti Web si prospetta una registrazione obbligatoria al ROC (Registro degli operatori di comunicazione) e sanzioni penali molto più forti in caso di diffamazione.
Se la legge venisse approvata, dal reato di diffamazione semplice previsto dall’attuale ordinamento, si passerebbe al reato di diffamazione aggravata, con i conseguenti risvolti penali del caso, carcere compreso. La legge è talmente mal definita che – per effettuare regolare iscrizione al ROC -sarebbe necessario dotarsi di una società editrice e di un giornalista nel ruolo di direttore responsabile, cui verrebbero applicati i relativi articoli previsti dal codice penale sui contenuti diffamatori.
Qui potete firmare la petizione contro questo provvedimento di legge senza pari nei paesi democratici di tutto il mondo.
Metto anche a disposizione un piccolo banner, che rimanda alla petizione, da inserire nei vostri blog “condannati a morte” dal disegno di legge Levi-Prodi approvato dal Governo. Blocchiamo, e bloggiamo, la legge contro il Web 2.0.
numero 257..son mi
Se questi pensano di zittire Beppe Grillo in questo modo non si rendono conto che ne svegliano altri 300 mila…. 262 sono io
Questi non pensano, fanno! Ma dove stiamo? in Myanmar????
Peggio, in Myanmar lo sanno tutti che c’è una dittatura, qui tutti crediamo di essere liberi e questi sono i risultati…. e poi questa pseudo-sinistra spara sentenze sull’illiberismo dell’America…. ma si lavassero la bocca con la trielina loro e le finte liberalizzazioni di mercato .. col cazzo che s’azzardano a toccare i poteri forti banche, assicurazioni, petrolieri… però corrono subito a trasferire quei magistrati che provano solo a dire fammi un pò vedere????
Forse si sono accorti della fesseria che stavano facendo, leggete l’articolo sul Corriere della Sera.
http://www.corriere.it/politica/07_ottobre_20/ddl_legge_editoria_blog_gentiloni.shtml
Sottolineo un passaggio di quel che dice Gentiloni:
“Naturalmente, mi prendo la mia parte di responsabilità – continua Gentiloni – (Come ha fatto anche il collega Di Pietro nel suo blog) per non aver controllato personalmente e parola per parola il testo che alla fine è stato sottoposto al Consiglio dei Ministri.â€
Cioè, manco leggono le leggi proposte. Ussignor
Io credo che tale decreto parta da presupposti errati. La rete è già sorvegliata dalla polizia postale, la quale possiede i mezzi per rintracciare chi si rende colpevole di reati sul web. Inoltre la legge punisce chi lo fa.
Non vedo dunque la necessità di restringere l’accesso ad internet, né il bisogno di rendere più severe le pene per chi sbaglia online.
E poi scusate… ma quale assurdo governo prima libererebbe i delinquenti minori (si fa per dire…) attraverso l’indulto, per poi mettere in prigione chi diffama qualcuno su internet?
Non vi pare un po’ incoerente, per non dire di peggio?
Carissimi,
constato che la nostra protesta comincia a dare i primi risultati. Ho letto che i ministri Gentiloni e Di Pietro chiederanno al governo di riscrivere questo disegno di legge liberticida. L’importante è non abbassare la guardia.
Tanti saluti Davide
Caro Psicologo.
Hai scritto:
“E poi scusate… ma quale assurdo governo prima libererebbe i delinquenti minori (si fa per dire…) attraverso l’indulto, per poi mettere in prigione chi diffama qualcuno su internet?”
La risposta???
Quel tipo di governo che ama i ladri ma odia gli esseri pensanti….
(e non dico che sia necessariamente il governo attuale…)
e infatti come dici tu la cosa è:
“un po’ incoerente, per non dire di peggio”
La legge prevede che tutti che quelli che fanno “informazione, divulgazione, formazione, intrattenimento” con qualsiasi mezzo, anche attraverso internet quindi, debbano registrarsi e prevedere un editore e un giornalista nel loro staff.
Peccato che il significato di internet sia proprio “informazione, divulgazione, formazione, intrattenimento”.
Questo significa che TUTTI i tipi di siti, blog, forum dovranno sottostare a quella legge.
Qui non si tratta di semplice mezzo per combattere la diffamazione in rete, ma del ben più grave mezzo per annientare internet e cucire la bocca alla gente.
Una legge del genere è degna della Russia di un tempo, il governo che controlla il popolo.
Ma non mi meraviglia che il nostro “governo” l’abbia tirara fuori… in fondo sono i promotori del “Partito (Sovietico) Democratico”.