Uscirà nelle edicole di Dorgali e Cala Gonone…e presto sarà disponibile online

Scrive Leo Fancello in un post sulla pagina social:

“Da sabato mattina 27 settembre, in occasione di CORTES APERTAS, troverete il mio libro CUILES presso tutte le edicole di Dorgali e Cala Gonone. Sono 360 pagine e 380 fotografie con numerose e preziose testimonianze di chi ha vissuto nei Supramontes di Dorgali, Urzulei, Baunei, Orgosolo, Oliena. A partire dalla prima settimana di ottobre il libro sarà disponibile anche nelle librerie ed edicole di molti paesi e città della Sardegna, dove potrete richiedere o prenotare il libro”

Non è una ristampa: è un testo di 360 pagine, con 380 foto.

Una nuova edizione: “Rispetto alla precedente edizione ci sono importanti differenze: “più pagine, più foto, più testimonianze e storie”.

In attesa di poter acquistare il libro presso librerie on line (o tradizionali), a Leo vanno i più sentiti complimenti per aver portato a termine un altro grande obiettivo!

Cuiles. Storie e tradizioni del Supramonte

Ci sono libri che non si limitano a raccontare, ma spalancano porte: porte che immettono in un mondo sospeso tra memoria e identità, tra pietra e fumo, tra il respiro della natura e le voci degli uomini. Cuiles di Leo Fancello è uno di questi.

I cuiles, antiche dimore dei pastori del Supramonte, sono costruzioni essenziali, di legno e pietra, concepite per accogliere il vivere nomade e resistente di chi abitava la montagna.

Nelle loro forme arcaiche, però, si custodisce molto più di un rifugio: c’è un’intera civiltà pastorale che, pur declinando con il tempo, continua a riverberare forza, poesia e autenticità.

Il lavoro di Fancello è straordinario proprio per questo: non si ferma alla descrizione etnografica, ma tesse una narrazione che abbraccia architettura, storia e tradizione orale. Ogni cuile diventa un tassello di un mosaico che rivela la Sardegna più profonda e nascosta, quella che sfugge ai ritmi della modernità per affermare la sua irriducibile diversità.

Le 263 strutture censite e raccontate, accompagnate da un corredo fotografico di rara bellezza, restituiscono la materialità di quei luoghi e il loro valore simbolico: sono fari di un’identità che resiste.

Accanto all’occhio del ricercatore, si sente il passo del narratore: le storie, i canti, le voci raccolte intorno al fuoco riemergono come bagliori che illuminano la memoria collettiva.

Non a caso, il libro si apre con versi in lingua sarda, come a ribadire che qui non si parla solo di pietre e di legno, ma di un mondo vivo, capace di emozionare chi ancora cerca autenticità.

Cuile dopo cuile, pagina dopo pagina, si compone un racconto corale che è insieme documento, affresco e omaggio: un atto d’amore verso il Supramonte e verso una Sardegna che vuole continuare a raccontarsi.

Un libro da sfogliare e attraversare, che lascia in chi legge il desiderio di ascoltare il silenzio delle montagne, di sentire il crepitio del focolare, di entrare – almeno per un attimo – in una di quelle capanne dove il tempo sembra essersi fermato.

Leo Fancello

Leo Fancello è speleologo e speleosubacqueo originario di Dorgali, nel cuore del Supramonte. Da anni si dedica con passione all’esplorazione e alla documentazione delle grotte della Sardegna, con particolare attenzione agli ambienti sommersi e ai complessi carsici del Golfo di Orosei. Attivo nel Gruppo Ricerche Ambientali di Dorgali, ha partecipato a numerose esplorazioni e rilievi, contribuendo alla conoscenza e alla valorizzazione di cavità come la grotta del Bel Torrente o i sifoni di “Su Molente”.

Alla competenza tecnica affianca un forte impegno divulgativo: collabora a riviste specialistiche, scrive articoli e libri: ricerca, fotografia e memoria del territorio. Opere come Cuiles. Storie e tradizioni del Supramonte e Trekking dei Cuiles testimoniano il suo desiderio di descrivere l’anima delle montagne e delle comunità pastorali che le hanno abitate.

Figura di riferimento anche per il soccorso speleosubacqueo e per la formazione, unisce rigore, esperienza sul campo e sensibilità culturale, incarnando la doppia vocazione del ricercatore e del narratore di un mondo antico che continua a vivere sotto la superficie della Sardegna.

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