Cacciatori stagionali sui Monti Lessini
Uno studio recente ha analizzato i denti di cervidi per comprendere le abitudini di caccia e l’adattamento ambientale dei Neanderthal nella Grotta di Fumane, situata nei Monti Lessini, nel nord Italia.
La Grotta di Fumane, scavata dall’Università di Ferrara, contiene una sequenza di 12 metri di depositi del Pleistocene. Questo sito è cruciale per lo studio delle abitudini di vita dei Neanderthal.
Il campione di studio comprende denti di cervidi recuperati dalle unità A9 e A5-A6 della grotta. Questi denti sono stati analizzati per capire meglio le abitudini di caccia dei Neanderthal.
L’analisi dell’usura dentale è stata applicata su 11 denti di cervidi, rivelando che i Neanderthal cacciavano principalmente cervi e caprioli.
I Monti Lessini e le Prealpi Venete sono ricchi di evidenze del Paleolitico Medio. Questo studio contribuisce a comprendere meglio le strategie di sussistenza dei Neanderthal.
Lo studio offre una visione delle dinamiche di insediamento e delle strategie di sussistenza dei Neanderthal nella Grotta di Fumane, utilizzando tecniche innovative sui denti degli ungulati.
La ricerca è supportata dall’Università di Ferrara, dal Ministero della Cultura e da vari enti locali.
Articolo pubblicato su Quaternary Science Reviews https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0277379124006620
La Grotta di Fumane
La Grotta di Fumane, situata nel cuore dei Monti Lessini in provincia di Verona, è uno dei siti preistorici più importanti d’Europa.
Questo sito archeologico, scoperto nel 1964 dallo studioso veronese Giovanni Solinas, è noto anche come “Riparo Solinas”³.
La grotta è stata abitata da gruppi di Neanderthal e Sapiens in un periodo compreso tra 90.000 e 25.000 anni fa. Utilizzata come riparo di caccia e insediamento stagionale, ha restituito numerosi reperti che raccontano la vita di questi antichi gruppi umani.
Tra i ritrovamenti più significativi vi sono ossa di uccelli cacciati dai Neanderthal, con tracce microscopiche che indicano il recupero delle penne per decorazioni³.
Inoltre, sono stati scoperti frammenti di pietra decorati con ocra rossa, risalenti al periodo dell’occupazione dei Sapiens.
Uno di questi frammenti mostra una figura umana, chiamata lo “Sciamano”, una delle più antiche raffigurazioni umane della preistoria, datata circa 35.000 anni fa³.
La Grotta di Fumane è un vero e proprio viaggio nel tempo, che permette di esplorare l’evoluzione umana e le attività quotidiane dei nostri antenati.
Gli scavi, diretti da Marco Peresani, docente di archeologia e antropologia del Paleolitico all’Università di Ferrara, continuano a portare alla luce nuovi reperti di grande importanza³.
Il sito è aperto al pubblico per visite guidate, offrendo un’esperienza educativa unica.
I visitatori possono esplorare la parte atriale della caverna, quella finora indagata dagli archeologi, e partecipare a laboratori didattici presso il centro visitatori³.
Le guide utilizzano riproduzioni e calchi per ricreare la vita nelle grotte paleolitiche, poiché i materiali originali rinvenuti non sono visibili in loco dato il loro valore inestimabile³.
La Grotta di Fumane rappresenta un patrimonio archeologico di inestimabile valore, continuando ad attirare l’interesse della comunità scientifica internazionale e offrendo al pubblico un’affascinante finestra sul nostro passato preistorico³.
Fonte:
(1) Alla Scoperta della Grotta di Fumane: Un Viaggio nel Tempo tra …. https://www.scintilena.com/alla-scoperta-della-grotta-di-fumane-un-viaggio-nel-tempo-tra-neanderthal-e-sapiens/07/02/.
(3) Grotta di Fumane. https://grottadifumane.it/.
(4) A Fumane alla riscoperta della Grotta del Lampo – Scintilena. https://www.scintilena.com/a-fumane-alla-riscoperta-della-grotta-del-lampo/01/19/.
Nuove Scoperte sulle Strategie di Sussistenza dei Neanderthal nelle Alpi Italiane
Introduzione
Le interazioni tra gli esseri umani e l’ambiente, insieme all’organizzazione delle attività nel tempo e nello spazio, sono fondamentali per comprendere lo stile di vita durante il Paleolitico.
I denti degli ungulati, come cervi e caprioli, sono strumenti preziosi per studiare la stagionalità e l’occupazione dei siti da parte dei Neanderthal.
Questo studio utilizza due metodologie, l’analisi dell’usura dentale e la cementocronologia, per esaminare i molari di cervidi trovati nella Grotta di Fumane, nelle Alpi italiane.
Il Contesto Regionale e il Sito
La Grotta di Fumane si trova nei Monti Lessini, nel nord Italia, a 350 metri sul livello del mare.
La grotta, scavata dall’Università di Ferrara dal 1988, contiene una sequenza di 12 metri di depositi del Pleistocene, suddivisi in quattro macro-unità.
Questo sito è importante per lo studio delle abitudini di vita dei Neanderthal.
Materiale di Studio
Il campione di studio comprende denti di cervidi recuperati dalle unità A9 e A5-A6 della Grotta di Fumane.
Questi denti sono stati analizzati per capire meglio le abitudini di caccia e l’adattamento ambientale dei Neanderthal.
I resti faunistici sono conservati presso l’Università di Ferrara.
Analisi dell’Usura Dentale
L’analisi dell’usura dentale, o mesowear, è stata applicata su 11 denti di cervidi.
Questa tecnica aiuta a determinare i pattern di usura dentale, che indicano le abitudini alimentari degli animali.
I risultati mostrano che i Neanderthal cacciavano principalmente cervi e caprioli.
Discussione
I Monti Lessini e le Prealpi Venete sono ricchi di evidenze del Paleolitico Medio.
Numerose grotte e ripari sotto roccia documentano le occupazioni umane in questa regione.
Questo studio contribuisce a comprendere meglio le strategie di sussistenza dei Neanderthal, rivelando come adattavano le loro pratiche di caccia alle condizioni ambientali.
Conclusione
Lo studio offre una visione delle dinamiche di insediamento e delle strategie di sussistenza dei Neanderthal nella Grotta di Fumane.
L’uso combinato di tecniche innovative sui denti degli ungulati ha permesso di ottenere dati ad alta risoluzione, ampliando la conoscenza delle pratiche di caccia e delle strategie di adattamento dei Neanderthal.
La ricerca nella Grotta di Fumane è supportata dall’Università di Ferrara, dal Ministero della Cultura e da vari enti locali.
Questo supporto è fondamentale per continuare a esplorare e comprendere le strategie di sussistenza dei Neanderthal nelle Alpi italiane.