Nuove indagini speleoarcheologiche fanno luce sulle pratiche rituali e funerarie tra il VI e il II millennio a.C.
Un patrimonio unico nel territorio di Sezze, oggi al centro di studi multidisciplinari e rilievi 3D.
Dal recupero di resti umani e faunistici alle analisi isotopiche: la scienza ricostruisce la vita e la morte nella grotta.
Un luogo di culto e sepoltura che riflette la complessità culturale dell’Italia centrale preistorica.
Un progetto corale tra università, speleologi e specialisti per ridare voce a un sito millenario.

Grotta Vittorio Vecchi
Articolo scritto da Angelica Ferracci (Università degli Studi di Roma Tor Vergata)
La Grotta Vittorio Vecchi è una cavità naturale dei Monti Lepini, situata nel territorio di Sezze (LT), intitolata al noto speleologo romano. Si tratta di un sito di rilevanza archeologica fondamentale per lo studio della protostoria dell’Italia centrale.
La grotta fu scoperta nel 1987 dall’Associazione Speleologica Romana 86. Tra il 1988 e il 1989, sotto la direzione del Prof. A. Guidi (Università Roma Tre) e con la collaborazione del CAI di Latina, vennero condotti scavi sistematici che portarono al recupero di centinaia di resti umani, appartenenti ad almeno 40 individui. Parte di questi reperti è oggi conservata presso il Museo archeologico di Largo Buozzi.
Oltre ai resti umani, vennero rinvenuti migliaia di semi combusti e frammenti ceramici, evidenze connesse a pratiche cultuali che documentano una significativa frequentazione umana della grotta tra il VI e il II millennio a.C., periodo cruciale per la protostoria dell’area centro-tirrenica.

La seconda campagna di scavo (2025)
Si è da poco conclusa la seconda campagna di scavo condotta dal Prof. M.F. Rolfo e i suoi collaboratori dall’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, iniziata il 27 luglio 2025 e conclusa il 24 agosto. I dati preliminari sono stati presentati nel corso del Campo Speleo Nazionale Lepini 2025, nell’ambito del progetto “Speleo Dentro” presso Carpineto Romano.
Le evidenze raccolte indicano un uso plurimo della grotta, suggerendo pratiche rituali, funerarie e cultuali, che riflettono l’importanza simbolica del luogo. In molti contesti italiani sono emerse tracce di “segnalazioni costose”: gesti intenzionali ad alto investimento simbolico e materiale, che attestano il profondo valore sacro attribuito alla cavità.
Gli spazi ipogei analizzati dalla Cattedra di Preistoria dell’Università di Roma Tor Vergata (referente prof. Mario Federico Rolfo) – tra cui Grotta Mora Cavorso, Riparo Mora Gallina, le Grotte di Pastena, Grotta Le Fosse, Grotta La Sassa e Grotta Pila – presentano caratteristiche comuni: simbolismo,controllo del territorio e uso funerario, confermando una rete culturale complessa e diffusa.
Questi dati offrono nuove prospettive interpretative sul ruolo delle cavità naturali nella protostoria dell’Italia centrale. Come evidenziato da numerosi studiosi, fino al II millennio a.C. le grotte erano percepite come luoghi sacri, veri e propri scrigni della terra, associati alla Dea Madre, divinità ctonia simbolo di fertilità, rigenerazione e ciclicità della vita.
La Grotta Vittorio Vecchi si conferma così come un sito chiave per lo studio delle pratiche rituali e funerarie delle popolazioni preistoriche del Lazio, nonché un patrimonio archeologico di eccezionale valore per il territorio di Sezze e per la storia culturale dell’Italia centrale.

Nuove ricerche in corso
I resti umani e animali rinvenuti verranno sottoposti a una serie di analisi scientifiche avanzate: analisi isotopiche, genetiche, radiometriche e studi micromorfologici permetteranno di approfondire la stratigrafia del sito, ricostruendo le modalità di deposizione, il contesto ambientale e le pratiche rituali ad essi connesse.
In parallelo, grazie alla collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), sarà possibile indagare le dinamiche di formazione della grotta, che in alcune aree sembrano aver alterato la posizione originaria dei reperti archeologici, discostandoli dal loro contesto primario. Questi studi saranno fondamentali per una lettura più accurata delle evidenze, distinguendo tra modificazioni naturali e azioni antropiche nel corso dei millenni.
Le ricerche “speleoarcheologiche”
A partire dall’autunno 2024, la Grotta Vittorio Vecchi è stata nuovamente esplorata dal gruppo di ricerca dell’Università di Roma Tor Vergata, con il supporto operativo dello Speleo Club Roma e, in particolare, di due membri dello Shaka Zulu Club di Subiaco, Elia Mariano e Angelo Procaccianti, esperti conoscitori delle dinamiche di frequentazione umana nelle cavità naturali del Lazio.
Grazie alla sinergia tra i due gruppi, è stato possibile realizzare il primo rilievo 3D della cavità, fondamentale per documentare in modo accurato la morfologia e la distribuzione dei depositi archeologici.
Durante le attività di recupero, condotte nelle sale più profonde della grotta, sono stati asportati circa 350 frammenti tra resti faunistici, umani e ceramici. La maggior parte dei reperti risultava concrezionata, richiedendo un lungo e delicato intervento di distacco. In totale, ci sono voluti 20 giorni di lavoro continuativo per portare a termine l’obiettivo operativo della campagna di quest’anno.

Partecipanti al progetto Grotta Vittorio Vecchi:
• Mario Federico Rolfo
• Francesco Arrigale
• Nicoletta Bazzichi
• Marco Bazzichi
• Arianna Brunetto
• Roberta Cimmino
• Simoni Ciotoli
• Francesca Cortese
• Luca Cusimano
• Stefano Drudi
• Ettore Drudi
• Angelica Ferracci
• Maria Fierli
• Arianna Forte
• Maurizio Gatta
• Virginia Gianni
• Martina Mugione
• Sebastiano Montebello
• Marco Mecchia
• Giovanni Mecchia
• Valeria Meoli
• Fabrizio Marincola
• Fabio Marson
• Mattia Martelli
• Riccardo Massa
• Elia Mariano
• Andrea Picchione
• Alice Pernie
• Christian Papandrea
• Paolo Petrignani
• Giorgio Pintus
• Gianna Polidi
• Aisha Polidori
• Angelo Procaccianti
• Maria Piro
• Caterina Rossi
• Lorenzo Sanna
• Sara Serafini
• Camilla Soccorsi
• Greta Straffi
• Raffaele Torti
• Tarcisio Verdecchia
• Alessandro Vitigliano
• Massimiliano Re
Per il supporto fotografico si ringrazia Nicoletta Bazzichi e Arianna Forte.