Eppure tale è il corso degli eventi che muovono le ruote del mondo, che sono spesso le piccole mani ad agire per necessità, mentre gli occhi dei grandi sono rivolti altrove.
dal libro “Il signore degli anelli” di J.R.R. Tolkien

Sono un pò di anni che mi occupo di speleologia ormai, circa 30 anni.
Da 15 anni tengo il conto di eventi, esplorazioni e di quello che succede nella speleologia. Da questa attenzione assidua agli avvenimenti e questo registrare e catalogare il corso della storia speleologica italiana mi autoinvesto del diritto di parlare di come vedo il nostro mondo.

Assistiamo ad eventi grandiosi, grandi raduni, grandi convegni, congressi. Accordi siglati tra Enti, Regioni, a tutto un grande movimento della speleologia organizzata in strutture grandi che fanno cose eccezionali.
Non è a loro che mi rivolgo questa volta. Perchè è facile essere grandi quando si è grandi, addirittura dico “potreste fare molto di più”.

Oltre queste grandi organizzazioni, spedizioni internazionali, lavori da sogno, c’è tutta una grande fetta di esploratori, portasacchi, bibliotecari, magazzinieri, ricercatori, studiosi, che nel loro piccolo fanno cose grandiose. Nel loro piccolo.

Io mi sono sempre considerato un piccolo, di un gruppo piccolo, eppure Scintilena è qui da 15 anni: ormai destinato ad essere “la voce” della speleologia italiana su internet. E insieme a me devo assolutamente ricordare il mio carissimo amico Fulvio Salvi, piccolo pure lui, che con Napoli Underground ha dato per 15 anni, anche lui, un pezzo della sua vita per informare gli speleologi con Napoli Underground

Più vado avanti e più vedo che molti “piccoli” fanno cose strabilianti. Anzi, considerando che in ogni grande esplorazione e in ogni ricerca c’è comunque davanti un piccolo grande esploratore che sta armando un nuovo pozzo, o sta smartellando una strettoia per passare, allora posso affermare che la storia della Speleologia la fanno soprattutto i piccoli uomini. La storia della speleologia non si fa nelle sedi istituzionali, ma è ogni giorno il frutto del lavoro dei singoli.

Un pò come mio padre che è l’eroe della mia vita perchè è stato capace di viverla dignitosamente da operaio, ogni piccolo speleologo è un eroe che fa la storia. Sappiamo tutti che di tutte le esplorazioni, una su cento fa “la storia dell’esplorazione”, le altre 99 sono giornate di merda, ore tolte al sonno, ad una mattinata tranquilla. I miei eroi sono tutti gli altri 99, quelli come me che anche cercando e sbattendosi non riescono in quella botta di culo dell’1 su 100. Però io ce l’ho fatta, una volta ho imbroccato Scintilena e ci muovo il mondo. Fu una botta di culo, ma ora da piccolo sto qui.

Ma la spinta di tanti piccoli eroi è più grande di qualsiasi accordo programmatico politico, che è la politica che va dietro alle esigenze e alle richieste e non il contrario.

Così i miei eroi, piccoli, solitari, spingono tutti i giorni le grandi ruote del mondo, con gesti semplici e dignitosi, con azioni costanti e a volte, con imprese eroiche.

Così personaggi senza strutture organizzate scoprono nuovi abissi, portando la conoscenza un pò più in la.

E ci sono persone sconosciute che piantano un seme e innaffiandolo ogni giorno con costanza, cocciutaggine e caparbietà ottengono cio’ che vogliono, perchè l’eroismo della quotidianeità è fortissimo.

Mi vengono in mente tanti piccoli gesti che ho visto fare e a cui qualche volta ho partecipato: da Diversamente Speleo all’esempio di Tutela Pipistrelli, e vorrei dare con tutto il cuore il mio aiuto a queste pianticelle che crescono. A volte solo lampi nel buio, a volte luci deboli, ma indicano un cammino da seguire che diventa chiaro, luminosissimo.

Un altro eroe di Pordenone mi disse “i pazzi aprono le strade che percorreranno i savi”.

Perchè ogni tanto viene voglia di smettere in questa lotta solitaria, specialmente quando le cose non vanno come dovrebbero, quando si viene scavalcati, messi da parte, quando non si viene presi in considerazione sufficientemente, quando il bibliotecario non ha voce in capitolo nell’esplorazione, quando non sei abbastanza influente per imporre scelte che reputi giuste.
E ti viene voglia di lasciare tutto. Perchè non vale la pena. Perchè il nostro lavoro piccolo non è apprezzato e la colla non vale quanto i cocci da riparare.
Ti viene voglia di buttare a monte il gioco che non vale la candela, il tuo prezioso tempo e il tuo impegno sembrano andare perduti.

A questi piccoli amici è dedicato questo articolo. A chi non vince quasi mai, ma per me vince tutti i giorni.
Forza! Forza! Forza!

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